Una “mini” Terra dei Fuochi aversana dietro area Texas

di Antonio Arduino

 AVERSA. Rifiuti tossici, rifiuti industriali, lastre di amianto, mobili, residui di elettrodomestici, materiali di risulta insieme a spazzatura ordinaria dispersi nel terreno e accumulati in un avvallamento trasformato in una sorta di catino in cui bruciare ogni tipo di materiale, trasformandolo in diossina che il vento trasporta nell’aria.

Questa la scena apparsa ai nostri occhi nel visitare un’area della cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Un’area particolarissima per collocazione, perché non è nella campagna circostante uno degli 80 comuni che ormai sono riuniti nella etichetta terra dei fuochi, quasi fosse una nuova provincia della penisola, ma all’interno di Aversa, la seconda città della provincia di Caserta, distante meno di un centinaio di metri da una scuola frequentata da bambini la cui età è compresa fra i tre e i dieci anni.

L’area è quella che cade nella parte posteriore dell’ormai dismessa struttura dell’ex Texas. A destare la nostra curiosità era stata una colonna di fumo nero innalzatasi da quella zona.

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