Maddalena, Trasacco: “La comprino gli aversani”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. “Rivolgo un appello a tutte le associazioni del territorio, a singoli cittadini e a tutti quelli che hanno a cuore le sorti della Maddalena: incontriamoci per mobilitarci e fare muro contro la speculazione edilizia che stanno progettando i soliti noti a danno della città e di un patrimonio storico culturale che stanno per svendere in cambio di un cubo di cemento”.

A lanciare l’appello Anna Gioia Trasacco, storica portavoce de “La Casa di Anita”, un movimento che si rifà alla storia di una delle migliaia di ospiti che hanno trascorso, sino alla chiusura del nosocomio, la loro esistenza all’interno di quello che fu la “Reale Casa dei Matti nel Regno di Napoli”, che quest’anno avrebbe compiuto duecento anni, essendo stata voluta da Gioacchino Murat.

Un anniversario passato sotto silenzio in città, senza uno straccio di ricordo, se non per un paio di articoli commemorativo e dichiarazioni dure di Vittorio Savino, responsabile nazionale del settore medico della Fidal (Federazione di Atletica Leggera) e dirigente medico dell’Asl che qualche settimana dopo ha dovuto denunziare l’incendio doloso alla sede dell’Arca Atletica Aversa, ospitata proprio nei locali della “Maddalena”, così come si vuole far andare via, per un presunto sfratto per morosità, la fattoria sociale “Fuori di Zucca”, gestita dall’associazione “Don Peppe Diana”.

La Trasacco riprende una campagna stampa di alcune testate web e cartacee locali che hanno evidenziato la stranezza di volere la struttura libera da privati a fronte di decine e decine di stanze vuote che stanno andando irrimediabilmente perdute.

“Non possiamo permettere –continua Trasacco – che loschi individui abituati a commettere crimini ambientali possano appropriarsi della Maddalena”. E subito dopo lancia quella che lei stessa definisce una provocazione: “Compriamola noi cittadini. Quanto costerà? Quanti abitanti siamo? Quanto a testa? Potrebbe essere una buona provocazione e uno schiaffo ai politici inetti ed inutili! Proponete progetti, strategie per impedire lo scempio. Usiamo questo gruppo di Facebook per organizzarci. Presto!”.

Sin qui l’appello dell’attivista aversana, ma è da più di un anno che la voce si ripercuote in città, passando anche attraverso la campagna elettorale per le amministrative del mese di maggio del 2012, quando tutti i candidati a sindaco, compreso il primo cittadino attuale, hanno dichiarato che quell’area dovrà essere utilizzata per Aversa e per gli aversani.

Diverse le ipotesi: dal campus universitario, alla cittadella degli studi con tutti gli istituti superiori, a zona per allocarci una serie di servizi pubblici tra cui il Museo e centro di documentazione della Pazzia con tutto il materiale (che ancora rimane), cartelle cliniche dei pazienti comprese, relativo a quanti hanno trascorso anni della loro vita tra il ‘Padiglione Miraglia’ e quello ‘Bianchi’ o la ‘Sala Verga’, dove la tradizione vuole fossero ospitati i folli più pericolosi.

Sono in tanti in città a chiedere l’intervento diretto del governatore della Regione Campania Stefano Caldoro per impedire che si trasformi in realtà l’ipotesi che avvalorano anche ambienti dell’Asl Caserta di uno scambio tra il Palazzo della Salute di Caserta nell’area Saint Gobain e l’area della Maddalena o parte di essa.

Un’ipotesi che cancellerebbe anni di storia e, soprattutto, un’occasione di sviluppo per Aversa e i suoi abitanti.

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