La sezione del Pd riceve lo sfratto

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Partito Democratico sfratta Partito Democratico in nome del vile capitale. Con Karl Marx che si rivolterà nella tomba, la vecchia e gloriosa sezione del Pci, inaugurata da un Giorgio Napolitano

… che, all’epoca, mai avrebbe sognato di essere per ben due volte eletto presidente della repubblica, intitolata al sindacalista pugliese della Cgil Giuseppe Di Vittorio, rischia di essere trasformata, sacrilegio ancora più grave, in una filiale di un istituto di credito.

Ebbene sì, i locali ubicati nella centralissima piazza Municipio, a pochissimi metri dalla casa comunale, che da decenni ospitano la più grande forza della sinistra italiana, oggi centrosinistra, debbono essere svuotati.

Ad ordinarlo la Fondazione “Gerardo Chiaromonte”, nella quale sono entrati diversi cespiti del cospicuo patrimonio immobiliare che fu del Pci. La sezione, che nel marzo del 1984, quando ci fu l’acquisto grazie ad una colletta popolare, tra tutti i cittadini aversani, comunisti e non, vide, come detto, la presenza di Napolitano, amico di mille battaglie del padre storico del Pci aversano, quel più volte onorevole Angelo Maria Jacazzi, che fine a qualche anno fa, sino a quando l’età lo ha permesso, ha scelto di militare in Rifondazione Comunista, dovrà chiudere i battenti.

La Fondazione Chiaromonte ne ha chiesto non solo lo sfratto ma anche il pagamento dei canoni di locazione. E lo ha fatto con tanto di atto giudiziario con prima udienza il prossimo mese di dicembre. La notizia non ha sorpreso più di tanto i “vecchi” Pd giunti ad oggi attraverso Pci, Ds e Pds, che già nel 2009 si trovarono a combattere un’altra battaglia, quella che vide la nuova generazione post comunista cancellare dall’insegna della sezione l’intitolazione a Di Vittorio, che, forse, manco sapevano chi fosse, come affermarono, allora, gli ortodossi.

Ora, sempre questi ultimi evidenziano che non si può cancellare non solo la storia, ma anche i fatti concreti. “Questa sezione – affermano in coro gli ottuagenari presenti nei locali di piazza Municipio – è stata acquistata con i soldi di tutti noi, non riusciamo a capire come e perché dovremmo cederla a gente che da noi non ha nulla da pretendere perché estranea alla storia di queste stanze che sono della collettività” e, al momento dell’udienza, promettono che saranno presenti per testimoniare la loro tesi.

Non meno amareggiato, ma più pragmatico e, soprattutto, più realistico, l’ultimo sindaco di quella parte politica rappresentata da quella sezione, l’avvocato Raffaele Ferrara, sindaco di Aversa sino alla soglia del nuovo millennio, che ha dichiarato: “E’ un sintomo dei tempi che cambiano. Quello che più sorprende è la modalità di azione di questa Fondazione. Da quanto ho inteso si muove più con logiche da agenzia immobiliare che da Fondazione che fa capo ad una parte politica che ha radici e tradizioni di ben altro tipo”.

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