Omicidio Meredith, Lumumba: “Amanda è colpevole”

di Mena Grimaldi
 FIRENZE. E’
iniziato lunedì mattina a Firenze il processo d’appello per l’omicidio della
studentessa Meredith Kercher che
vede come imputati Amanda Knox e l’ex
fidanzato, Raffaele Sollecito.

I due
sono stati condannati in primo grado a 26 e 25 anni di carcere e poi assolti in
appello il 3 ottobre 2011. Sentenza che è stata peròannullata il 26 marzo
scorsodalla Corte di Cassazione, secondo cui l’assoluzione è stata minata
da “carenze, contraddizioni” e conclusioni “illogiche”.

Assenti
in aula sia la Knox che Sollecito. La Corte d’appello di Firenze deve ora
riesaminare le prove forensi e determinare se Knox e Sollecito furono
responsabili dell’omicidio assieme a Rudy
Guede
, condannato a 16 anni con il rito abbreviato per concorso in omicidio
e violenza sessuale.

Presente all’udienza Patrick Lumumba, datore di lavoro di Amanda al tempo dell’omicidio
e da lei indicato come l’autore del delitto, poi ‘scagionato’ dalla
testimonianza di un professore universitario svizzero che ne confermò l’alibi.

“Amanda
penso che sia scappata perché c’entra con la morte di Meredith. È colpevole
sennò non mi avrebbe calunniato”, ha detto Lumumba entrando in corte
d’assise d’appello a Firenze.

“Non voleva essere punita e voleva depistare
le indagini – ha aggiunto Lumumba -. La corte di appello le ha dato la
possibilità di scappare. Ma la povera Meredith merita giustizia. Io sono qui,
sono ovunque si cerchi la verità su questa vicenda in cui ci sono due vittime,
la prima é la povera Meredith, la seconda sono io”.

Alle accuse di Lumumba
risponde la difesa di Knox: “Respingiamo l’idea che, visto che Amanda non
è venuta, allora Amanda è colpevole, sta usando una strategia. Amanda ha sempre
detto di essere un’amica di Meredith e ha sempre rispettato il sistema di
giustizia italiano”, ha detto Luciano
Ghirga
, avvocato difensore di Knox.

“Siamo ancora convinti della presenza di tutti e
tre gli imputati sulla scena del crimine”, ha dichiarato Francesco Maresca, avvocato della
famiglia di Meredith Kercher.

“Siamo fiduciosi che le prove verranno
riesaminate e che vengano concesse tutte le ulteriori richieste di prove – si
legge – cosicché tutte le domande senza risposta vengano chiarite e che la
corte possa decidere sulle prossime azioni in questo tragico caso. Abbiamo
bisogno di sapere – si conclude il testo – che cosa accadde, e Meredith si
merita per lo meno la dignità della verità”.

Le difese di Amanda Knox e
Raffaele Sollecito hanno chiesto alla Corte d’assise d’appello di Firenze di
riaprire il dibattimento disponendo una serie di perizie e chiedendo di
sollevare una questione di costituzionalità contro il rischio “di un
giudizio all’infinito”.

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