Assemblea Pd, nuovo scontro: slitta voto su regole

di Mena Grimaldi
 ROMA. Caos totale
all’Assemblea del partito Democratico. Dopo aver approvato le nuove regole per
il congresso, l’Assemblea è stata sospesa a causa di un durissimo scontro sulle
modalità di voto e sul cambiamento dello statuto.

Alla fine l’Assemblea si è
chiusa con una mezze decisione: approvata la data del congresso, rimandato il
nodo delle regole.

È stata invece fissata la data dell’8 dicembre per le
primarie e “il percorso proseguirà sulla base di queste scelte formalmente
ineccepibili”, ha detto Guglielmo
Epifani
. Sarà la direzione a fissare le regole della competizione. Il nodo
è il voto delle modifiche allo statuto conseguenti all’approvazione delle nuove
regole proposte dalla commissione congresso.

Una parte dei delegati, infatti hanno
chiesto di votare per parti separate le modifiche dello statuto, esprimendo, in
pratica, un voto solo sulla parte che cancella l’automatismo
segretario-candidato premier (al quale sono contrari) e uno su tutto il resto
dei ritocchi allo statuto.

Di fronte alla eventualità di un voto per parti
separate i bersaniani si sarebbero rifiutati di votare il documento delle
regole, alla base dell’accordo raggiunto a fatica nella notte. Da qui la
decisione di rimandare il problema al 27 settembre.

“La direzione dovrà vedere
come conciliare le nuove regole del congresso con il vecchio statuto. Nelle
modifiche che dovevamo approvare oggi, per dire, si eliminavano alcuni passaggi
per far prima”. Ha detto Pier Luigi
Bersani
al termine dell’assemblea del Pd.

“Sono qui per dirvi che sogno un
partito democratico che abbia l’ambizione di governare il Paese e, lo dico a
Fassina, di governare l’Italia da soli perché la linea la dobbiamo dare noi”, è
stato invece l’inizio dell’intervento in Assemblea di Matteo Renzi che durante il suo lungo discorso ha criticato anche il
premier Enrico Letta.

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