CASTEL VOLTURNO. Limpegno contro la camorra e contro il razzismo deve accompagnarci tutti i giorni, come con la sua azione concreta e quotidiana ci insegna la comunità africana di Castel Volturno.
A distanza di cinque anni da quel 18 settembre del 2008, la deputata del Pd Pina Picierno ricorda quando, nella città del litorale, un gruppo armato capeggiato dal boss Setola uccise Antonio Celiento, e poi riversò su sette ghanesi innocenti oltre 125 proiettili di kalashnikov, uccidendone sei. Kwadwo Owusu Wiafe, Ibrahim Alhaji, Karim Yakubu detto Awanga, KuameAntwi Julius Francis, Justice Sonny Abu, e Eric Affun Yeboah furono uccisi senza avere alcuna colpa.
Di loro aggiunge la responsabile Lotta alle Mafie del Pd fu detto che erano spacciatori, delinquenti, camorristi. Invece erano solo immigrati nelle mani del caporalato, che si alzavano la mattina alle cinque per provare a trovare qualche ora di lavoro.
Per quella strage sottolinea ancora Picierno è stata fatta giustizia con una serie di arresti manon possiamo nasconderci che restano ancora da compiere il lungo cammino per battere la camorra e quello altrettanto impegnativo della sconfitta del pregiudizio e della discriminazione.
Il nostro Paese conclude la parlamentare del Pd ha molto da imparare dalla comunità africana di Castel Volturno, impegnata fin dal giorno dopo la strage in attività di solidarietà, contro la camorra e il razzismo.