Auguri sindaco, bene il tribunale ma occhio alla vivibilità

di Antonio Arduino

 AVERSA. Buon compleanno sindaco. Oggi lei spegnerà tante candeline per festeggiare il giorno della sua nascita.

Quale regalo migliore se non quello di aver realizzato ciò solo un anno fa sembrava un sogno, il sogno di Aversa, non Caserta o Giugliano, sede del tribunale di Napoli Nord che è entrato ufficialmente in funzione giusto alla vigilia del suo compleanno. Un sogno realizzato grazie al suo impegno, concretizzatosi nonostante gli ostacoli frapposti da avversari ed amici. Senza nulla togliere a chi le è stato accanto in questa avventura, dandole una mano anche forte e, magari, fondamentale, credo che senza la sua determinazione, il suo decisionismo e quant’altro i suoi detrattori denunciano, talvolta, dai media il sogno non si sarebbe realizzato. È una mia opinione.

Da giornalista che segue le vicende politiche della città da ormai un ventennio credo di doverle dare atto di avere realizzato in poco più di un anno di gestione della città più di quanto abbiano fatto molti altri sindaci che l’hanno preceduta in tutto il loro mandato. Da giornalista che vive la città devo, però, farle notare che la realizzazione nei tempi indicati della sede del tribunale – mi riferisco naturalmente alla struttura che ospita l’apparato giudiziario – è stata possibile solo perché lei ha applicato in maniera sistematica il detto “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo”, seguendo costantemente ogni operazione ed ogni fase preparatoria. Questo, purtroppo, non accade sempre.

Del resto, come lei stesso ha dichiarato, un sindaco non dovrebbe ricordare ai funzionari i loro compiti, una volta che siano stati definiti vanno portati a termine senza che il sindaco debba sollecitare nessuno. Così senza sollecitare o controllare non tutti gli interventi da lei promossi sono stati realizzati come, sicuramente, li aveva immaginati e in molti casi le opere sono state realizzate in maniera parziale, di conseguenza necessitano di interventi definibili di rifinitura.

Questo è il mio parere personale di giornalista che vive la città e che può lei stesso verificare facendo un giro. Inutile farle degli esempi. Invece, per darle una misura del pensiero dei cittadini, forse, è utile girarle una delle tante mail che arrivano in redazione da chi, vivendo la città, segnala le problematiche che gli aversani che subiscono gli effetti della politica devono affrontare ogni giorno. È quella di Bartolomeo Di Giorgio, un pensionato che vorrebbe un ambiente più vivibile, non per se stesso, ormai ci è abituato, ha fatto gli anticorpi, ma per i figli e i nipoti che per salvarsi dalla nostra realtà sono andati via da Aversa, dall’agro aversano, dalla Campania.

“Le scrivo – esordisce Di Giorgio – per comunicare tutto il mio disagio fisico e psicologico nel vivere in una città come Aversa. Nella mia passeggiata in bici per la città, oramai da pensionato, mi sono accorto, semmai c’è ne fosse stato bisogno ulteriore, di quanto fallimento abbia accumulato le classe politica negli anni. Strano, oltretutto perché il nostro consiglio comunale e’ formato da molti giovani, che penso abbiano oramai anche loro il visus memoriae. Questa è forse la cosa più triste perché se anche loro si arrendono non c’è futuro per i nostri nipoti. Ma ci accorgiamo in che letamaio viviamo ? Per la città c’è invasione di spazzatura ovunque, strade con erba incolta in ogni angolo, posti notissimi a tutti dove esistono depositi continui di spazzatura…..e tutto ciò cosa produce? Che abbiamo una task torce di vigili per l’ambiente che paghiamo, un’amministrazione che dice che tutto va bene, che si sta risparmiando e che la città e’ pulita. Ma questi signori come vivono a casa loro? Sarei curioso di vedere”. “Aversa città di tribunali, università, scuole, chiese e tantissima munnezza. Quali speranze se fallisce anche la nuova generazione?”, domanda il pensionato.

“Oramai – continua – i vecchi hanno generato solo quello che vediamo consapevoli di un disastro politico ambientale irreversibile. Oggi gli stessi si riciclano per nuovi, consapevoli di responsabilità totali nel disastro che viviamo con un assordante mutismo colpevole che li attanaglia. A tutto si aggiunge la beffa, la presa per i fondelli : ci dicono che le tasse non aumentano e che tutto va bene. Ma cosa altro deve pagare un cittadino per avere una città normale? O forse la normalità è quella che vediamo nella foto che le mando e che tutti i giorni dobbiamo vivere? Neppure nei paesi sottosviluppati si vive in condizioni similari”.

“Forse questa mail non verrà pubblicata ma se lo fosse spero possa contribuire a ripristinare la verità perché non è risparmiando che si offrono servizi doverosi al cittadino”, conclude Di Giorgio, aggiungendo come nota: “Se il nostro futuro è questo sono contento che i miei figli ed i miei nipoti abbiano scelto di andare via da questa città”.

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