Una strada per don Raffaele e don Franco

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. Dedicare una strada, o altro luogo pubblico, a monsignor Raffaele Pagano, per quasi 30 anni alla guida della comunità parrocchiale. Stesso impegno anche per il successore, don Franco Marino, attuale vescovo di Avellino, in quanto la norma vieta di intestare luoghi pubblici a persone viventi.

Due parroci di elevato spessore evangelico e culturale, capaci, di anticipare e mettere in atto, molto tempo prima,gli attuali inviti dell’amato Papa Francesco: “Dio ha accolto, consolato, lavato, lasciando a tutti il coraggio di affidarsi alla misericordia. Sta al parroco di ogni comunità cristiana, far scoprire ogni istante, il volto di Dio che è sempre di sostegno e di fiducia”.

Le parole di Papa Francesco rimbombano nel cuore dei concittadinie ne fanno oggetto di discussione, oltre al forte ricordo del passato, quando ad affermare e comunicare conl’esempio la Parola del Vangelo, che è sempre di amore e pace, sono stati i due sacerdoti, nella loro opera resa ancora più difficile dalla diffusa povertà, in un territorio prevalentemente a diffusione agricolae da una economia trainante povera e faticosa.

Monsignor Pagano e don Franco Marino non hanno mai lasciato camminare da solo chiunque si trovasse in situazioni difficili e sofferenti, riuscendo sempre a toccare il cuore di tutti, portando tutti alla vicinanza della Croce, che è la risposta definitiva ad ogni sofferenza umana. Tra la gente, umili, rispettosi di tutti e di tutto. Due pastori di una chiesa voluta bella ed accogliente, rinunciando loro stessi ad essere ostaggi di una chiesa ridotta al solo culto, oppure ai soli adempimenti burocratici e collaterali.

La loro è stata una chiesa dell’ascolto e dell’accoglienza, mai del giudizio. Niente omelie con frasi fatte, per poi operare diversamente rispettoa quello che si è detto. Riuscendo a trasformare lacomunità dei fedeli di San Michele Arcangel in una vera e propria parrocchia missionaria, capace di portare la Parola ma soprattutto la vicinanza a Cristo stesso, dove in tanti, magari, lo aspettavano da tempo, senza rendersene conto. Quartier generale,culla evangelica, culla di storia e di cultura cittadina, la sede dell’azione cattolica cittadina, con centinaia di soci, dove si sono formate future generazioni; vera e propria fucina,capacedisopperire alla mancanza ditante realtà associative, che allo stato attuale spuntano come funghi.

Don Raffaele e don Franco hanno anticipato di molti anni anche il vivere nella legalità, quasi a passarsi il timone, nella guida pastorale della parrocchia, mettendo al centro dell’azione di ogni uomo la dignità, la legalità non parolaia, raccomandando a tutti che “non si può vivere in pace e in grazia con Diose si lavora o si paga in nero, soprattutto se praticatoda chi si dice cristiano”.

Tanti gli episodi, vere e proprie lezioni di autentica cristianità del defunto don Raffaele e di don Franco che, certamente, verranno ricordati nell’atto dovuto dall’amministrazione comunale, anche su sollecitazione dei fedeli. Dedicare un luogo pubblico al caro don Raffaele. E stesso impegno fra moltissimi anni a don Franco Marino.

di Franco Musto

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