Chiudono sedi dei partiti, Capasso: “Anche Udc a rischio”

di Redazione

 SANT’ARPINO. “Il comunicato dell’Udc di Sant’Arpino è la cartina di tornasole della crisi politica che sta travolgendo i partili locali, nessuno escluso”. Lo afferma Ernesto Capasso, ex consigliere comunale e militante Udc.

“Dopo la chiusura delle sedi del Pdl, del Pd, adesso è a rischio l’Udc. E non nel senso – aggiunge Capasso – di una probabile chiusura della sede ma di un vero e proprio trasferimento, armi e bagagli, in altri lidi. Siamo, purtroppo, in presenza di una mutazione genetica del ruolo dei Partiti, una volta fucina di dibattiti e confronti e della crescita di preparate classi dirigenti e ora, invece, contenitori vuoti utilizzati come brandy personali. E lo diciamo con l’occhio attento a quello che avviene qui e che ci dà il quadro di una decadenza del confronto, dell’assoluta mancanza di dibattito, di un abbassamento della qualità dell’impegno politico al punto di avere, oltre ai ‘partiti personali’, anche le ‘sedi padronali’, come quelle del Psi e del Pdl ubicate presso uffici e proprietà private. Siamo in presenza di veri luoghi fatti di ‘anime morte’ e che, alla fine, producono documenti come quello dell’Udc, privi di significato politico e attenti solamente a chiedere più potere”.

Per Capasso “sarebbe interessante sapere chi e quanti aderenti all’Udc di Sant’Arpino hanno preso parte al dibattito. Se siano stati rispettati procedure e regole o, ancora una volta, si è solo dato seguito alla volontà e ai desiderata di Eugenio Di Santo. Bisogna capire che il futuro è andare oltre ‘Scelta Civica’ e l’Udc, favorire un centro moderato e non ‘produrre’ documenti ad ‘usum delphini’ per rivendicare posti e potere. C’è la necessità di lavorare per un progetto seriamente impostato e che guardi, come sostenuto da Casini, con attenzione alla qualità della classe dirigente, a partire dai nostri territori”.

“Se non si accoglie l’appello del leader nazionale dell’Udc – conclude Capasso – il rischio è di allontanare sempre più i giovani e le nuove realtà dalla politica e favorire il clima di diffusa illegalità, che in questi periodi di stanca estiva si va facendo sempre più predatoria e proditoria, anche qui a Sant’Arpino, dove il territorio e i cittadini sono abbandonati a se stessi. Non senza dire, infine, che del Piano Casa, del Puc, dei risanamento ambientale e del rischio default del Comune non ne parla più nessuno”.

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