Siria, Obama pronto all’attacco. Letta auspica soluzione politica

di Redazione

 WASHINGTON. Gli Stati Uniti sono pronti all’attacco in Siria, ma la decisione finale spetterà al Congresso.

Barack Obama scioglie le riserve sulla questione siriana e in una conferenza stampa nel Giardino delle rose della Casa Bianca annuncia: “Gli Usa devono intervenire militarmente. Siamo pronti ad attaccare in qualunque momento: tra un giorno, tra una settimana, tra una mese. Le atrocità di Damasco non vanno solo indagate, ma affrontate”.

Ritengo di avere il potere di ordinare un attacco senza l’autorizzazione, ma credo che sia necessario avere un dibattito”, ha detto il presidente Obama aggiungendo di aver parlato con i leader al Congresso che metteranno in agenda un dibattito e un voto alla riapertura del Congresso. Lo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa John Boehner ha detto che l’assemblea discuterà della possibile azione militare in Siria nella settimana che inizia il 9 settembre. Infine Obama, nel dirsi certo dell’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad, ha spiegato che la decisione non passerà dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che è “completamente paralizzato e non vuole affrontare Assad”. Fonti della Casa Bianca hanno fatto trapelare che Obama porterà la questione siriana al G20 della prossima settimana a San Pietroburgo.

CAMERON E HOLLANDE. “Comprendo e sostengo la posizione di Barack Obama sulla Siria”, ha scritto il premier britannico David Cameron su Twitter. Obama nel suo discorso alla Casa Bianca sull’intervento in Siria ha definito la Gran Bretagna “il nostro alleato più stretto”. Il presidente francese Francois Hollande sembra l’unico alleato occidentale rimasto al fianco di Washington. Nel corso di una telefonata avvenuta poco prima del discorso di Obama (che ha causato un ritardo di 45 minuti sull’attesa conferenza stampa), ha ribadito al presidente Usa la sua determinazione a punire la Siria.

LETTA AUSPICA SOLUZIONE POLITICA. Intanto, il premier italiano Enrico Letta assicura che al G20 della “settimana prossima a San Pietroburgo faremo di tutto perché si trovi una soluzione politica al dramma siriano, che ha già prodotto un numero intollerabile di vittime e di profughi. La rapida convocazione di Ginevra 2 è oramai ineludibile”. E ribadisce che l’Italia non interverrà senza l’avallo dell’Onu. “Comprendiamo l’iniziativa di Stati Uniti e Francia, alla quale però, senza le Nazioni Unite, non possiamo partecipare”.

TEST SU CAMPIONI TRA DUE SETTIMANE. Angela Kane, l’inviata Onu per il disarmo che ha accompagnato gli ispettori in Siria era già partita venerdì per New York e in giornata dovrebbe riferire al segretario generale Ban Ki-moon. Per avere i risultati dei test sui campioni prelevati, però, potrebbero essere necessario fino a due settimane, ha precisato il segretario generale delle NazioniUnite, Ban Ki-moon, ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

ASSAD: “MENZOGNE DA USA”. Intanto, il regime di Bashar Al Assad replica alle accuse del segretario di Stato Usa John Kerry, secondo cui ci sarebbero le prove che Damasco è responsabile di aver ucciso con armi chimiche almeno 1429 persone. “Ciò che l’amministrazione americana descrive come prove irrefitabili non sono che stanche leggende fatte circolare da oltre una settimana da parte dei terroristi”, cioè dei ribelli, “con la loro quota di menzogne e di favole interamente fabbricate ad arte”, recita una nota del ministero degli Esteri siriano.

MERKEL ACCUSA RUSSIA E CINA. A livello internazionale arrivano le parole di Angela Merkel contro Russia e Cina, accusate di aver indebolito il ruolo dell’Onu impedendo che si raggiungesse una posizione comune sulla Siria nel Consiglio di sicurezza. “E’ molto deplorevole”, ha dichiarato in un’intervista all’Augsburger Allgemeine, “che Russia e Cina si siano a più riprese rifiutate di arrivare a una posizione comune con i partner occidentali sul conflitto siriano”. “Così hanno considerevolmente indebolito il ruolo delle Nazioni Unite”, ha denunciato il cancelliere.

PUTIN: “USA PROVINO USO ARMI CHIMICHE”. Da parte sua Vladimir Putin ha sfidato gli Stati Uniti a portare le prove dell’uso di armi chimiche al consiglio di sicurezza dell’Onu. “Parlando dei nostri colleghi americani – ha spiegato Putin ai giornalisti a Vladivostok – che ritengono che le truppe governative in Siria abbiano usato le armi chimiche e dicono di avere le prove. Bene – ha aggiunto il presidente russo – le mostrino agli ispettori delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza. Se non lo faranno questo vuol dire che non c’è nessuna prova”. Infine diretto ancora a Obama, Putin ha detto “La Russia ti consiglia di pensarci due volte prima di prendere una decisione sulla Siria”.

IRAN ACCANTO ALLA SIRIA. L’Iran annuncia invece di essere pronto a difendere Damasco da ogni aggressione. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Sicurezza Nazionale e Politica Estera del parlamento di Teheran, Alaeddin Boroujerdi, in una nota diffusa prima del suo arrivo in Siria. Nel comunicato, Boroujerdi ha sottolineato che un eventuale intervento armato contro il regime di Damasco “incendierà” la regione e “l’entità sionista e l’Occidente” ne pagheranno “per primi” le conseguenze. Il presidente della Commissione ha quindi condannato la campagna mediatica “su larga scala” finalizzata a lanciare un attacco contro la Siria, parlando di “guerra psicologica e di segnale di stupidità” che riflette “la debolezza degli Usa”.

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