Omicidio Praia a Mare, i funerali di Vincenzo Pipolo

di Redazione

 NAPOLI. Celebrati ai quartieri spagnoli di Napoli i funerali di Vincenzo Pipolo, il 62enne ucciso domenica scorsa a Praia a Mare, nota località balneare della costa cosentina.

Gente in attesa persino in piazzetta Concordia,. Un quartiere intero che si è stretto intorno al dolore dei familiari e che ha ascoltato in silenzio la messa celebrata da don Mario Ziello, parroco della chiesa di santa Maria alla Concordia.

“Negli ultimi tempi, da quando l’ho conosciuto – ha detto il prete – Vincenzo veniva spesso in parrocchia, mostrando l’intenzione di volere vivere una vita tranquilla. Questo suo percorso, intrapreso come per volersi redimere, ha fatto ben sperare per il riscatto di un quartiere colpito da lotte e da sangue versato”.Poi, don Ziello ha aggiunto: “Dio non vuole odio, non vuole vendette, Vincenzoè stato sottratto all’amore dei familiari dalla malvagita’ delle persone che non si rendono conto di quanto dolore causano”.

Parole pesanti, indispensabili in un clima in cui “radio quartiere” parla insistentemente di iniziative di vendetta. Un lungo applauso, partito dalla piazza, ha salutato infine l’uscita del feretro dalla chiesa.

Per l’omicidio sono stati fermati, nei giorni scorsi, Giovanni e Raffaella Marrazzo, di 49 e 26 anni, padre e figlia, residenti a Napoli. Gli agenti della polizia stradale di Angri li hanno bloccati durante la notte sull’autostrada, all’altezza della barriera di Nocera Inferiore dell’autostrada A3 Napoli-Salerno, mentre facevano rientro nel capoluogo campano.

Pipolo è stato ucciso per strada a coltellate dopo essere stato inseguito, mentre era a bordo del suo scooter, e speronato dalla Fiat Panda occupata dai Marazzo. Da una prima ipotesi investigativa, padre e figlia si sarebbero vendicati di un’aggressione subita due giorni prima, proprio davanti alla loro abitazione a Praia a Mare, dov’erano in vacanza, da parte di cinque persone. Tra queste ci sarebbe stato Pipolo, loro vicino di casa ai Quartieri Spagnoli.

Marrazzo, che aveva ancora gli abiti sporchi di sangue, ha ammesso di aver aggredito Pipolo al culmine di una lite, ma ha detto di non sapere che l’uomo era poi morto. La figlia Raffaella, accusata anche lei di aver partecipato all’aggressione mortale, ha spiegato di aver accompagnato il padre a bordo della Fiat Panda per pagare un ombrellone affittato in un lido di Praia durante la vacanza. Qui avrebbero incontrato Pipolo, con il quale si è scatenata la lite, quella che ha poi portato alla fuga dell’uomo, all’inseguimento e al tentativo di speronare lo scooter su cui viaggiava il 62enne, poi morto a seguito di una coltellata ricevuta al cuore.

Due famiglie, sia quella della vittima che dei fermati, che, secondo gli inquirenti, avrebbero legami con la malavita della zona e con vecchie ruggini legate a una storia di tradimenti coniugali.

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