Mediaset, Cassazione: “Berlusconi ideatore degli illeciti”

di Antonio Taglialatela

 ROMA. La Cassazione ha depositato la sentenza del processo Mediaset in cui espone le motivazioni che hanno portato alla conferma della condanna a quattro anni a Silvio Berlusconi per frode fiscale.

Secondo i giudici della Suprema Corte, l’ex premier fu “ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo”. 208 pagine in cui la Cassazione riesamina tutti i motivi di ricorso presentati dai legali e le motivazioni dei pronunciamenti dei giudici di primo e secondo grado, si legge anche che Berlusconi, “conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale”.

Per i giudici della Cassazione è “pacifica e diretta riferibilità a Berlusconi della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità del denaro separato da Fininvest e occulto”. “I giudici di merito hanno ritenuto correttamente e motivatamente provato un gioco di specchio sistematico che rifletteva una serie di passaggi privi di giustificazione commerciale e ad ogni passaggio la lievitazione dei costi era, a dir poco, imponente”.

Inverosimile l’ipotesi di truffa al Cavaliere: “C’è l’assoluta inverosimiglianza dell’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche”, scrivono i giudici, per i quali “non è dunque verosimile che qualche dirigente di Fininvest Mediaset abbia subito per vent’anni truffe per milioni di euro senza accorgersene”.

Immediate le reazioni politiche: “La giustizia in Italia è qualcosa che si piega alle esigenze politiche del momento. Da 20 anni sta dalla parte opposta a quella di Silvio Berlusconi. E’ urgente una riforma della giustizia”, ha detto Daniela Santanchè del Pdl. “Motivazione stupefacente. La Cassazione non si è pronunciata sulla legittimità, ma sul merito”, afferma Fabrizio Cicchitto.

Dal Pd, il responsabile Giustizia, Danilo Leva, ritiene, invece, che le motivazioni “sono chiarissime e non lasciano spazio ad alcuna libera interpretazione, giustificando in pieno la condanna. Ora la Giunta deve “applicare la legge e non sono previsti tempi supplementari”.

Intanto, dalla Procura di Napoli fanno sapere che sono “prive di qualsiasi fondamento” le indiscrezioni riguardanti un’ordinanza di custodia cautelare per Berlusconi, da eseguire in caso di decadenza da senatore. Un provvedimento che giacerebbe nei cassetti del palazzo di giustizia partenopeo. “Non c’è e, per rispetto della legge, non potrebbe esserci”, sottolinea il procuratore Giovanni Colangelo.

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