Berlusconi incandidabile: tensione Pdl-Pd

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Alta tensione tra Pdl e Pd all’indomani della condanna di Silvio Berlusconi da parte della Cassazione. Condanna già esecutiva ma sospesa dal pm.

In questo modo, entro metà ottobre, il Cavaliere dovrà scegliere se optare per i domiciliari o i servizi sociali. Inoltre per effetto dell’articolo 3 del decreto legislativo Anticorruzione, approvato nel 2012 dal governo Monti, su Berlusconi incombe l’ombra dell’incandidabilità e della decadenza del suo mandato di senatore.

Ma il Pdl fa quadrato: “Resta lui il nostro leader, da Epifani e Bersani solo provocazioni”. Il governo punta ad andare avanti. Il capogruppo dei senatori pidiellini, Renato Schifani, venerdì mattina è stato a palazzo Chigi per ribadire che l’impegno del Pdl non viene meno. A palazzo Madama, per esempio, c’è in discussione il “decreto del fare”.

La lotta è anche sull’incandidabilità dell’ex premier: “Bisogna applicare la legge, su questo tema non ci sono questioni di discrezionalità”, dice il presidente del Consiglio Enrico Letta. Nel Pdl, tuttavia, c’è anche chi sostiene il contrario: “Se si calcola l’indulto lui è candidabile”, osserva uno dei ‘big’ del partito.

A pranzo Berlusconi ha riunito alcuni fedelissimi, nel pomeriggio vedrà tutti i parlamentari. La linea resta sempre quella dell’appoggio al governo. Giovedì Berlusconi con i suoi è stato “tranchant”: “Per ora – questo il messaggio – si va avanti così, poi vedremo come si comporterà il Pd”. “A settembre tireremo le somme”, spiega chi è stato ricevuto dall’ex presidente del Consiglio.

Berlusconi, sempre giovedì sera, è stato a lungo con i suoi avvocati e con i suoi familiari. Era presente la figlia Marina che non ha partecipato poi alla riunione del Pdl nella quale il Cavaliere ha letto il videomessaggio, mandato in onda poi da “Porta a Porta”.

Venerdì, intanto, il premier Letta – nell’illustrare il decreto legge sulla cultura che da respiro alle fondazioni liriche e a siti archeologici come Pompei e la reggia di Caserta – ha spiegato che “il Paese ha bisogno di essere governato, ha bisogno di risposte”. “Io – ha aggiunto Letta – lavoro in questa direzione. Non considero che il logoramento faccia parte degli interessi del Paese. Stesso ragionamento svolto con i parlamentari di Scelta Civica: sarebbe assurdo interrompere ora l’attività del governo. Sarebbe un delitto. Il fatto che oggi, in una giornata così difficile politicamente, lo spread – ha argomentato il capo dell’esecutivo – sia stabile è un segnale molto importante. Vuol dire che i fondamentali del paese sono stabili. C’è percezione di primi segnali di ripresa dell’economia. E’ fondamentale, però, mantenere la stabilità”.

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