Mdl ricordano 70° anniversario del bombardamento di Caserta

di Redazione

 CASERTA. Il 27 agosto ricorre il 70esimo anniversario del più cruento bombardamento da parte delle forze alleate della città di Caserta.

Un evento che anche per la sua decennalità andrebbe ricordato almeno con una messa in suffragio per le oltre trecento vittime innocenti che le bombe alleate procurarono che, sommate a quelle dei bombardamenti di Capua e Piedimonte Matese che avvennero successivamente superano di grande lungo i morti delle rappresaglie tedesche.

Il Centro Studi ed Alta Formazione Maestri del lavoro d’Italia segnala alle istituzioni provinciale e locali la ricorrenza e ricostruirà quei difficili giorni con l’inizio del nuovo anno scolastico nell’aula magna del liceo Manzoni in collaborazione con la preside Adele Vairo. Sarà proiettato un filmato dell’Istituto Luce che documenta i danni arrecati alla stazione ferroviaria ed in altre parti della città. Negli anni passati l’evento veniva ricordato, grazie al suggerimento del presidente della società di Storia Patria Alberto Zaza d’Aulisio, con il suono delle campane di tutte le parrocchie alle ore 12.00.

Si spera che i parroci continua a mantenere la tradizione. Nelle famiglie oggi saranno in tanti gli anziani a ricordare quel tragico giorno ed commemorare i morti. A distanza di qualche settimana, il 16 e del 17 settembre dello stesso anno, pochi giorni dopo lo sciagurato armistizio dell’8 settembre altri bombardamenti seminarono ancora lutti. Il nove settembre i bombardieri americani si accanirono su Capua. Nella stazione ferroviaria vi trovarono la morte molti ferrovieri. Una lapide ora ricorda quei caduti. Non fu risparmiata un’ala di palazzo reale come pure fu abbattuto parte del Liceo Giannone dove andarono dispersi un numero notevole di documenti della storica scuola. Le aule rimaste in piedi furono usate successivamente per dare posto agli sfollati.

“I Casertani seppero affrontare con dignità la catastrofe. – commenta Mauro Nemesio Rossi, presidente del CeSAF maestri del lavoro d’Italia – In mezzo a tanta devastazione pure si gridò al miracolo. Appena dopo il passaggio dei bombardieri si vide la statua di Sant’Anna spuntare intatta dal cumulo di macerie in cui era ridotta la sua chiesa”. “Noi di Via Vico e di Piazza Ospedale non dimenticheremo quella visione irreale e tragica, ma consolatrice. – raccontò molti anni dopo il parroco don Gabriele – Appena usciti, spauriti, dai rifugi ed inebetiti dallo spettacolo che avevamo sotto gli occhi: palazzi crollati, finestre e porte che pendevano su cardini divelti, vetri e macerie per ogni dove. Sant’Anna, lì, integra sulle macerie della sua chiesa, ci sembrava indicare che tutto non era perduto”.

Finita una tragedia arriva l’occupazione tedesca. “Dopo il bombardamento la paura si era trasformata in terrore e l’unico pensiero che assillava noi tutti era quello di scappare dalla città – scriveva Michele Diglio testimone oculare ed ospite nel convitto dei salesiani. – Molti casertani trovarono rifugio nelle frazioni, dove, dopo l’8 settembre, furono raggiunti dal proclama del colonnello School che aveva chiamato in servizio obbligatorio tutti gli uomini, dalla classe 1910 alla classe 1925, per impiegarli nei lavori in città, ma quelli che incapparono nelle loro retate finirono deportati in Germania”.

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