Omicidio nel Casertano, ex assessore comunale ucciso da rivale politico

di Redazione

 CASERTA. Si conoscevano da sempre. Vivevano nello stesso paese e, negli anni Ottanta, avevano anche militato nello stesso partito.

Ma da tempo i loro rapporti erano tesi per vicende personali, ma anche per vecchi screzi politici. Dissapori mai sopiti, chiarimenti mai avvenuti che oggi hanno avuto un drammatico epilogo. Vincenzo Perrillo, 64 anni, dipendente dell’Agenzia delle Entrate, che era a bordo della sua autovettura, ha incontrato Luigi D’Arino, 57 anni, dipendente della Provincia. Forse c’è stata una lite. Perillo ha fatto fuoco, molto probabilmente con un fucile. Un solo colpo, che ha raggiunto D’Arino alla testa, uccidendolo all’istante. Poi si è allontanato. Il fatto è avvenuto, poco prima di mezzogiorno, in piazza, a Corigliano, una frazione di Sessa Aurunca, un Comune delCasertano.

D’Arino era molto conosciuto in paese. Era un militante della Dc e negli anni Ottanta era stato anche assessore comunale. Anche Perillo aveva militato nella Dc e, all’epoca, fra i due c’era stato anche qualche contrasto. Niente di particolarmente significativo, anzi di assolutamente marginale – spiegano oggi gli investigatori – ma fra i tanti e svariati motivi delle liti, frequenti e continue, fra i due vi era anche il ricordo di quella vecchia ruggine, insieme all’ostruzionismo che – a dire di Perillo – D’Arino attuava nei suoi riguardi.

Dopo l’allarme, le ricerche sono state attivate immediatamente, ma mentre i carabinieri perlustravano la zona, alla caserma di Cellole, un paese distante una manciata di chilometri da Corigliano, si è presentato Perillo che, forse in preda al rimorso, in pochi minuti ha ammesso di essere il responsabile. Ha raccontato dei contrasti, dei vecchi dissapori di carattere familiare e personale, della militanza politica nello stesso partito, anche se entrambi da qualche tempo avevano lasciato la politica e quelli politici non erano certamente i contrasti maggiori.

Sul posto è giunto subito il sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Silvio Marco Guarriello, che con i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca ha interrogato l’uomo, alla presenza del suo avvocato difensore, soprattutto per ritrovare l’arma con la quale è stato commesso il delitto.

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