Il business del pizzo: sgominata nuova frangia del clan dei casalesi

di Redazione

 CASERTA. Due persone ritenute appartenenti a una nuova frangia del clan dei casalesi che si contrappone alla fazione Schiavone sono state fermate dalla squadra mobile della Questura di Caserta con l’accusa di estorsione ai danni di un grossista di generi alimentari di Casal di Principe.

Si tratta di Vincenzo De Luca, 34 anni, e di Andrea Bortone, 35, a cui i poliziotti hanno notificato un provvedimento emesso su richiesta della Dda di Napoli che riguarda anche un terza persona sfuggita alla polizia, Umberto Venosa, genero di Luigi Venosa, soprannominato “’O cucchiere”, detenuto. De Luca è stato bloccato dai poliziotti mentre Bortone si è consegnato spontaneamente.

A incastrare i tre è stata un’intercettazione ambientale: qualche settimana fa si sono recati dalla vittima per chiedergli il “pizzo di Ferragosto”, 2mila euro, che il grossista ha pagato senza denunciare l’estorsione. Davanti all’evidenza delle prove acquisite dalla polizia, l’imprenditore non ha potuto che confermare l’accaduto.

Gli agenti della squadra mobile di Caserta, guidati dal vicequestore Alessandro Tocco, nell’ambito di attività investigative contro il fenomeno delle estorsioni nel casertano, hanno così scoperto l’esistenza del nuovo gruppo malavitoso dei Martinelli-De Falco-Venosa, nomi già noti agli inquirenti, che, dopo avere reclutato nuove leve, stanno ora cercando di accaparrarsi il business del pizzo nel casertano strappandolo dalle mani degli Schiavone.

Il nuovo gruppo starebbe sfruttando il vuoto di potere determinato dagli arresti dei capicosca Francesco Schiavone “Sandokan” (nella foto), Antonio Iovine e Michele Zagaria, e di quattro dei 5 figli di Schiavone, i quali negli ultimi anni avevano condotto gli affari illeciti del clan.

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