Caldoro su condanna Berlusconi: “Vulnus di democrazia”

di Redazione

Stefano CaldoroNAPOLI. Non una vicenda “giudiziaria”, ma “politica” che crea un “vulnus di democrazia”. Il giorno dopo la manifestazione a Roma, a sostegno di Silvio Berlusconi, in seguito alla sentenza Mediaset della Cassazione, il presidente della Regione Campania, sottolinea che la vicenda “non è giudiziaria, ma politica”.

“C’è un vulnus”, per Stefano Caldoro, ed è un “problema che va affrontato e risolto”, perchè, spiega, “non ci sono Paesi occidentali nei quali ai leader di gruppi politici vengano negati i diritti politici”. E si commette “un errore” se la questione si affronta “in termini giudiziari”.

Il tema dei diritti politici e delle garanzie per chi copre incarichi istituzionali “era stato posto in sede costituente: era stato il Pci a porre la questione delle garanzie alla politica per le cariche istituzionali”. Un tema “fortemente voluto dalla minoranza perchè, di fronte all’ipotesi di un attacco a una parte politica, bisogna fare in modo che la democrazia abbia un sistema di garanzia”. E questo problema “c’è ancora oggi”.

“Sarebbe ipocrita pensare che la vicenda Berlusconi si riduca solo a Silvio Berlusconi imputato-condannato – afferma il governatore della Campania- poi ognuno ha il suo giudizio e credo che sia giusto fare commenti sulle sentenze soprattutto quando sono definitive così come ritengo che sia anche giusto dare dei giudizi da parte di tutti”.

Situazioni simili, ravvisa, esistono “in qualche Paese Sud americano o dove ci sono dittature e guerre civili”. Altrove, in altri Paesi occidentali, ci sono stati i casi di “Chirac, Kohl prima ancora di Brandt: leader politici condannati, ma ai quali sono sempre stati garantiti i diritti politici, con varie forme di legge che erano i cosiddetti ‘Lodo Alfano’. Poi quando esci di scena c’è l’applicazione della pena”.

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Quei leader erano tutti stati “inquisiti quando erano capi di partito, ma non si è arrivati a togliere i diritti politici”. Nella democrazia italiana come quella europea non troverete un caso uguale a questo – evidenzia – Al mondo c’è un caso in un Paese occidentale, la democrazia americana che è quella più matura e che prevede l’impeachment, cioè puoi togliere i diritti politici, addirittura al presidente degli Stati Uniti, ma è attraverso un percorso politico”.

Il discorso che fa il presidente della Giunta regionale della Campania, come egli stesso tiene a precisare, va “al di là della pena che è un’altra cosa”. “Chi è capo di un movimento politico non è un cittadino uguale agli altri – dice Caldoro – lo è di fronte alla pena ma non di fronte ai diritti politici”.

Ed è qui che si presenta, a suo avviso, “un problema di democrazia”. “È un principio che va salvaguardato – aggiunge – e a questo una risposta bisogna darla”. “È ipocrita non dare una risposta su questo punto e non c’entra la vicenda giudiziaria – asserisce – non è una vicenda che riguarda i giudici. La magistratura fa il suo dovere nel bene e nel male e non stiamo giudicando la magistratura, ma la politica che in questi casi deve dare una risposta”. In nessun’altra parte del mondo “è accaduto lo stesso”.

E questo non può non essere considerato “elemento che viene sostenuto solo da chi è berlusconiano, è un problema che dovrebbe interessare tutti perchè oggi può valere per Berlusconi, domani per chiunque altro, per esempio se si volesse eliminare Renzi in un giorno, si potrebbe fare”. “Mi pare invece – sottolinea – che dal centrosinistra ci sia una risposta tendenzialmente giustizialista perchè non affrotna il tema”.

“Nulla a che vedere con l’azione della magistratura poi la sentenza può essere commentata, ma sul piano generale non può che essere sempre rispettata – conclude Caldoro – si può giudicare un certo accanimento giudiziario rispetto a una persona, ma questo è nella fisiologia ed è una delle anomalie dei poteri del sistema”.

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