Rifiuti davanti la casa di Cimarosa: vergogna aversana

di Redazione

 AVERSA. Notizia sensazionale, Domenico Cimarosa, il noto musicista aversano, che si pensava deceduto l’undici gennaio del 1801, è vivo ed è tornato ad Aversa, sentendo nostalgia di casa sua.

Questa provocazione, non è dettata dalla calura agostana, ma dallo scenario apparsoci nei giorni scorsi fuori la casa dove vide la luce il più importante musicista italiano del Settecento. Vedere l’entrata di “casa Cimarosa” occupata da un materasso, da un televisore ci ha fatto sembrare quasi che era in corso un trasloco. Vuoi vedere che Cimarosa, leggendo i tanti proclami dell’Amministrazione Comunale, circa il recupero della sua casa natia, ha deciso di tornare ad Aversa?

Ma poi l’immondizia collocata sempre all’ingresso ci ha riportati alla triste realtà, quella per la quale l’ingresso di un sito che dovrebbe esser un monumento nazionale di grandissima rilevanza storica, è stato adibito a micro discarica in pieno centro cittadino. Una città che non conserva la propria memoria storica, che non rispetta il proprio passato, che per Aversa è davvero illustre, non ha un bel futuro.

Del resto l’attuale Amministrazione ha agito chiaro proprio in materia di Cultura, dicendo che in passato si era investito troppo (meno 150.000 mila euro all’anno per una città di oltre cinquantamila abitanti e con frequentazioni giornaliere che arrivano a presenze di quasi centomila persone!) decidendo così di mantenere due assessorati per tale scopo, quello alla Cultura delega nelle mani del vicesindaco Nicla Virgilio, e quello agli spettacoli e grandi eventi(ma dove sono questi grandi eventi?) affidato a Romilda Balivo, salvo poi investire sugli stessi poche centinaia di euro nel nome della spending review.

 Risultato? Scompare l’Estate ad Aversa, mentre altri comuni, dal capoluogo Caserta, anche ai più piccoli e viciniori, allestiscono cartelloni di tutto rispetto (ma non vi è anche per loro la spending review?), scomparso il Maggio in Rosa, scompaiono la maggior parte dell’iniziative delle associazioni culturali, che orfani dell’Amministrazione Comunale, non riescono a fronteggiare da sole le intere spese.

Il Maggio della Solidarietà, paventato come grande successo dal giornale di parte, l’Aversano, quello che ricorda il nome del quotidiano della contestata fiction mediaset, il Clan dei Camorristi, non è stato altro che una sorta di appropriazione indebita dal punto di vista culturale di eventi consolidati come i saggi delle scuole pubbliche e di quelle di danza, che si svolgono ad Aversa da decine di anni.

La Cultura scompare e l’emblema più significativo è proprio quello di vedere Casa Cimarosa, non come centro di produzione culturale, ma come discarica dei rifiuti. Agli aversani non resta che sopportare il caldo, con la speranza che il meteo sia più benevolo, andando a trovare svago subito fuori porta, anche a Lusciano, perché ad Aversa, localini movida a parte, tutto tace!

di Giuseppe Lettieri

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