L’InfoPoint compie tre anni…di inattività

di Antonio Arduino

 AVERSA. Martedì 13 agosto. L’Info Point di piazza Mazzini compie tre anni di vita.

Nato per essere il punto informativo della città per chi arriva al Aversa ed intenda conoscere quali sono le manifestazioni turistiche programmate, le opere d’arte da ammirare, le bellezze naturali da vedere, le strutture ricettive in cui alloggiare, i mezzi di trasporto disponibili insomma per chi intenda avere tutte le informazioni utili a fare del turismo in una città che si definisce “città d’arte” la struttura prefabbricata costata complessivamente ai cittadini circa 60mila euro ottenuti, come dettagliò il consigliere comunale Rosario Capasso, capogruppo di “Noi Aversani”, spendendo 38.430 euro per l’acquisto,1800 euro per l’immissione in fogna e19.957 europer lo spostamento, si è trasformata in un monumento all’incapacità di gestire la città da parte degli amministratori passati e presenti che, in tre anni, non sono riusciti ad utilizzare il prefabbricato per essere l’ufficio di promozione turistica di una città che vorrebbe sviluppare una economia basata sul turismo, contando sul fatto di avere dato i natali a musicisti di fama internazionale quali Cimarosa, Jommelli, Andreozzi e sulla presenza di innumerevoli opere d’arte, disseminate nei vicoli dove sono spesso nascoste o scomparse sotto nuove edificazioni. Una incapacità gestionale manifestata in maniera particolare dall’attuale amministrazione.

Perché, dopo aver rendicontato la cittadinanza sui costi sostenuti dall’amministrazione passata per la realizzazione, l’installazione iniziale, il trasloco e la nuova installazione della struttura, la nuova amministrazione ne aveva individuato l’uso quale edicola con angolo informativo.

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Questa sistemazione è ancora di la da venire, malgrado sia stata proposta lo scorso febbraio dal sindaco Sagliocco che l’aveva definita la più idonea, sia per l’assenza in zona di una rivendita autorizzata alla distribuzione di quotidiani e giornali, essendo chiusa da oltre un anno quella della stazione ferroviaria, sia per la necessità di recuperare attraverso l’incasso di un affitto per la struttura da concedere a chi fosse stato interessato ad utilizzarla, affidandola a attraverso un apposito avviso pubblico, di cui aveva incaricato il dirigente del settore.

Sei mesi non sono stati sufficienti per risolvere il problema. Per un’amministrazione che punta a realizzare grossi progetti come la ristrutturazione della chiesa dello Spirito Santo di piazza Cirillo, il completamento della ristrutturazione di casa Cimarosa, l’acquisizione e ristrutturazione del complesso del Carmine, la ristrutturazione della Maddalena o la ristrutturazione di Parco Pozzi, opere che sarebbe possibile realizzare grazie a finanziamenti di centinaia di migliaia e, in alcuni casi, di milioni di euro, la mancata soluzione di un “problemino”, come quello rappresentato dall’attivazione della struttura destinata all’Info Point, rappresenta un grosso limite in fatto di credibilità.

Per il consigliere comunale Michele Galluccio, ideatore e promotore della realizzazione dell’Info Point, il prefabbricato deve essere utilizzato da subito per la finalità a cui era stato destinato con apposita delibera di giunta. Del resto, da assessore nella precedente amministrazione, Galluccio ricorda di avere individuato anche un dipendente comunale a cui affidare l’incarico di gestire il punto informativo che sarebbe entrato in funzione grazie al supporto degli studenti dell’istituto turistico cittadino con il quale era stata stipulata una apposita convenzione.

Per Galluccio soltanto questo tipo di utilizzazione sarebbe possibile. Per questo sarebbe opportuno dare vita a un avviso pubblico per ottenere un elenco di associazioni onlus interessante a prendere in carico la struttura, proprio per usarla secondo la finalità originaria. Naturalmente nulla escluderebbe la contemporaneità di un uso quale edicola, ma questo sarebbe secondario a quello principale.

A questo punto è logico chiedere perché l’amministrazione non consideri anche la possibilità di alienare la struttura che, al momento, appare essere un inutile ingombro oltre che un monumento all’incapacità gestionale. In alternativa, in mancanza di idee e richieste, perché non consentirne l’uso gratuito, fatte salve le spese per il consumo dell’energia elettrica e dell’acqua necessaria al servizio igienico presente nel prefabbricato, ad edicolanti interessanti ad attivare una nuova postazione e non a sostituire quella che oggi gestiscono, così come chiesto dalla avviso pubblico ipotizzato nel mese di febbraio.

Chiedere ad un operatore commerciale di chiudere un esercizio funzionante per attivarne un altro di cui non si conoscono le possibilità di guadagno, chiedendo inoltre di offrire un servizio informativo all’amministrazione pagando anche un affitto, sia pure ridotto, per ottenere in concessione la struttura di piazza Mazzini sembra essere il modo più efficace per dissuadere chiunque a tentare l’avventura.

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