TRENTOLA DUCENTA. In una lettera al presidente della Provincia, allassessorato regionale allAmbiente e alla Corte dei Conti, il sindaco Michele Griffo affronta la problematica del Consorzio Unico di Bacino.
I disastri provocati dalla mala gestio del Consorzio Unico di Bacino sono sotto gli occhi di tutti e sono culminati, ultimamente, nella protesta vibrante dei lavoratori che non percepiscono lo stipendio da oltre otto mesi e sui quali grava lincertezza del loro futuro lavorativo.
Ai lavoratori va tutta la nostra solidarietà pur rimanendo fermi nella condanna degli atti di violenza e di atteggiamenti oltremodo aggressivi. Va comunque, evidenziato, ed in questo sono stato uno dei precursori, che nella vicenda del Cub esistono aspetti che rasentano lassurdo come la nomina di due liquidatori che sembra percepiscano centoventimila euro lanno ciascuno.
Con la nomina del dr. Di Domenico non si spiega, infatti, perché Briamonte, che invece di porre in essere provvedimenti risolutivi, non ha fatto altro che aggravare la già precaria situazione, resti ancora in sella percependo, come sembra, un lauto stipendio. Stipendio che, secondo alcune voci, qualche mese fa avrebbe provveduto ad incassare mentre i lavoratori attendono ancora invano di avere il proprio.
Nel corso degli anni si è assistito ad una gestione scellerata del consorzio, incapace di assicurare il regolare svolgimento del servizio ed il commissario liquidatore Farina Briamonte non si è dimostrato allaltezza di svolgere i compiti per i quali percepisce, come si dice, oltre diecimila euro al mese.
Ma lassurdo si raggiungerebbe se Briamonte, da commissario liquidatore qual è, dovesse vedersi riconosciuto un compenso sulla liquidazione della massa debitoria del Consorzio, che durante la sua gestione si è duplicata se non addirittura triplicata raggiungendo, sembra, i due/trecento milioni di euro, anche a causa dei numerosi atti di citazione notificati ai comuni aderenti al Cub per linsolvenza dello stesso.
E pensare che Briamonte era stato nominato per liquidare i debiti del consorzio e per, al massimo, avviare la raccolta differenziata rimasta invece al palo. Si rende necessario, dunque, un intervento tempestivo, anche della Corte dei Conti, teso a ristabilire la normalità e soprattutto la legalità ed a individuare soluzioni durature per i lavoratori che soffrono un comprensibile disagio.