Pdl, Piazza a Di Caterina: “Il partito in totale imbarazzo”

di Redazione

 MONDRAGONE. Il consigliere del Pdl, Giuseppe Piazza, scrive al deputato Marcello Di Caterina, richiamandolo sul mancato intervento del Pdl nell’inciucio verificatosi a Mondragone, dove vi è un governo di “larghe intese” tra il partito di Berlusconi e il Pd.

Piazza richiama anche il caso del vicesindaco democratico Anna Barbato e del suo attacco, tramite facebook, a Berlusconi sulla vicenda degli immigrati, a riprova dell’ambiguità che regna nell’esecutivo guidato da un sindaco del Pdl.

Ecco il testo integrale della lettera:

Illustre OnorevoleMarcello Di Caterina, ho molto apprezzato lo scorso mese di giugno il Suo invito, presso la sede regionale del Popolo della Libertà a Napoli, per un doveroso approfondimento politico-amministrativo riguardante la situazione venutasi a creare a Mondragone a seguito delle note vicende del ribaltone operato dal sindaco Schiappa. Vicende che hanno portato all’esclusione di ben cinque Consiglieri comunali dalla maggioranza (di cui tre del Pdl) vincitrice delle elezioni amministrative al primo turno dello scorso anno e l’inclusione di tre consiglieri comunali del Partito Democratico, sonoramente sconfitto in campagna elettorale.

L’apprezzamento manifestato, tuttavia,è andato scemando di giorno in giorno dall’incontro tenutosi a Napoli ad oggi, a seguito dell’oblio in cui è stata relegata la situazione mondragonese. All’apparenza Lei era sembrato molto interessato alla questione verificatasi a Mondragone (mi propose addirittura una riunione del Pdl in sezione alla Sua presenza per discutere tutti insieme dell’accaduto anche, se necessario, con toni accesi), ma debbo convenire, alla luce dei fatti, che il Suo incarico è sembrato piuttosto il dover assolvere ad un’incombenza di cui avrebbe fatto volentieri a meno.

Vede, caro Onorevole, il nostro partito ha dato l’impressione, negli ultimi tempi, di essere una compagine che dipende unicamente e solamente dal nostro presidente Silvio Berlusconi; il che è assolutamente vero quando si tratta di questioni di rilevanza nazionale e di indirizzi politici italiani, ma quando bisogna calare la gestione del partito in sedi periferiche (regioni e provincie) questo, purtroppo, non sembra funzionare affatto. Mentre a livello centrale la politica di un partito è giusto che la faccia il suo leader, a livello locale non c’è protettorato o vassallo che tenga.

Il consenso popolare agganciato alle situazioni territoriali non può essere esercitato dal leader nazionale perché l’espressione del voto si manifesta attraverso il coinvolgimento di quanti più elettori possibili in ambito locale. Ed i partiti sono chiamati proprio a questo: a svolgere una funzione di raccordo tra le esigenze dei cittadini e gli indirizzi che i propri rappresentanti possono dare quando essi sono impegnati nelle istituzioni. Questa discrasia di gestione sta portando il partito a delle scelte che i nostri elettori, con sempre maggiori difficoltà, stentano a comprendere. A tal proposito è emblematica la situazione di Mondragone. Il coordinatore regionale del Popolo della Libertà (attraverso la Sua interlocuzione) ha manifestato la sua più assoluta sorpresa per quanto verificatosi a Mondragone, ma non ha poi proferito alcuna decisione in merito.

Se i responsabili regionali hanno qualcosa da mutuare a livello locale dalla forte personalità di Silvio Berlusconi questa è proprio quel decisionismo che in tante occasioni il nostro Presidente ha manifestato. Mandare in soffitta una decisione meritevole di una degna conclusione, indipendentemente dall’esisto della stessa, avrebbe consentito al partito ed ai suoi vertici, di esercitare quella leadership che tante volte viene invocata come decisionismo berlusconiano, ma che poi, nei fatti, a livello locale, è sempre mancata.

Vede, caro Onorevole, sempre tornando alla situazione della mia città, appaiono frustanti per uno che è impegnato in modo attivo in politica, ma anche al più semplice dei nostri elettori, situazioni come quella verificatasi qualche giorno addietro, quando il vicesindaco del Partito Democratico (quindi il braccio destro del sindaco Schiappa) ha affermato sul suo profilo facebook, salvo poi fare una penosa marcia indietro, che il presidente Berlusconi, per le morti verificatesi negli ultimi anni nel canale di Sicilia,“dovrà rispondere davanti all’autorità giudiziaria internazionale di quei crimini, di quelle migliaia di morti. Frutto di stupidità e calcolo elettorale”.

Dopo tali farneticanti dichiarazioni il solo che ha ritenuto doveroso e necessario ribattere in difesa del presidente è stato il sottoscritto, mentre il sindaco Schiappa, tranne un incolore comunicato stampa, non ha ritenuto adottare alcun provvedimento e né il coordinatore cittadino né il capogruppo consiliare del Pdl hanno ritenuto intervenire sull’argomento, chiudendosi in un assordante silenzio, il che, comunque, manifesta appieno il loro imbarazzo.

In conclusione, caro Onorevole, in politica, come nella vita, arriva sempre il momento in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e queste tanto più sono immediate e attinenti al contesto in cui si opera, tanto più viene apprezzata la decisione di chi le assume.

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