RECALE.Il desiderio, incontenibile, di dichiararle il suo amore, dopo giorni di se e di ma, gli fa vincere ogni reticenza.
Venerdì, un soffio prima di mezzanotte, Giuseppe Tagliafierro, 32 anni, di Recale, parcheggia lauto in via Appia, a San Tammaro, e, a piedi, raggiunge la casa dellamata. Al suo fianco, un manipoli di sodali, due menestrelli, una chitarra e un mandolino. A quellora, Stefania Sparaco, la ragazza che lindomani condurrà allaltare, ignara, è nella sua stanza. Non dorme, pensa e ripensa al vestito, ai fiori, alla cerimonia. Qualcuno, però, da fuori, pronuncia il suo nome. Per un attimo, la sposa promessa crede di sognare. Poi, i primi accordi e quella stessa voce, più nitida, che intona la prima canzone: «Anema e core», un classico senza tempo in un rituale dal sapore antico. Stefania-Giulietta si affaccia alla finestra e con lei, incredula, la mamma e gli abitanti del quartiere. Limbarazzo lascia presto il campo allemozione, al pianto, alla gioia. Un bacio rubato e un applauso dellimprovvisata platea suggellano il momento dellarrivederci. Laserenata, figlia dellarte cavalleresca del sedurre, dopo anni di oblio, grazie a un Romeo postmoderno ha ricominciato a brillare.