Sanitopoli abruzzese, Del Turco condannato a 9 anni e 9 mesi

di Redazione

 L’AQUILA. L’ex governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, è stato condannato, in primo grado, alla pena di nove anni e nove mesi nell’ambito del processo sulla “Sanitopoli” abruzzese, su presunte tangenti nella sanità privata, che il 14 luglio 2008 lo portò in carcere.

L’accusa aveva chiesto 12 anni. “Per ora non dico nulla. Sulle sentenze prima si riflette poi si parla”, il commento a caldodi Del Turco, raggiunto telefonicamente dall’Ansa dopo la condanna. “Appello sicuro”, ha annunciato. A tre anni e mezzo, invece, è stato condannatol’ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Maria Angelini, “il grande accusatore”.

Nello specificoDel Turcoè accusato, insieme all’ex capogruppo del Pd alla Regione Camillo Cesarone e a Lamberto Quarta, ex segretario generale dell’ufficio di presidenza della Regione, di aver intascato mazzette per cinque milioni e 800mila euro. Per questa vicenda fu arrestato il 14 luglio 2008 insieme ad altre nove persone, tra le quali assessori e consiglieri regionali. L’ex presidente finì in carcere a Sulmona (L’Aquila) per 28 giorni e trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari.

“Lasciamo perdere se me lo aspettassi o no perché questo richiederebbe ragionamenti un poì troppo impegnativi. Diciamo che è una sentenza che condanna un protagonista morale della vita politica istituzionale sindacale del nostro paese accusato di aver incassato sei milioni e 250 mila euro a titolo di corruzione dei quali non si è visto un solo euro. Quindi penso che sia un precedente assoluto nella storia giudiziaria perché si possono non trovare i soldi ma si trovano le tracce dei soldi”. Così Giandomenico Caiazza, difensore di Del Turco. Il legale si è detto “esterrefatto”, annunciando il ricorso. “Qui – ha aggiunto, dopo aver ascoltato la sentenza – stiamo parlando di sei milioni 250 dei quali un solo euro non e’ stato rintracciato. Per il resto abbiamo parlato nove ore per spiegare non che non ci fossero le prove ma che ci fossero ampie, piene e ricchissime prove delle calunnia che un galantuomo come Del Turcoha dovuto subire. Si vede che è scritto che questo calvario deve seguire cosa che noi faremo impugnando questa sentenza. Abbiamo ascoltato la sentenza – ha concluso senza voler esprimere giudizi – e la rispettiamo esterrefatti ma ne prendiamo atto”.

A seguito dell’arresto,Del Turcoil 17 luglio 2008 si dimise dalla carica di presidente della Regione e con una lettera indirizzata all’allora segretario nazionale Walter Veltroni si autosospese dal Pd, di cui era uno dei 45 saggi fondatori nonché membro della Direzione nazionale. Le dimissioni comportarono lo scioglimento del consiglio regionale e il ritorno anticipato alle urne per i cittadini abruzzesi.

25, in totale, gli imputati nel processo per accuse che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, all’abuso, alla concussione, al falso, alla truffa, al riciclaggio. Fra loro Vincenzo Maria Angelini, “il grande accusatore”. E’ dalle sue rivelazioni ebbe inizio la vicenda. Fu proprio l’imprenditore, che nel processo è sia imputato (la richiesta del pm è di 3 anni) sia parte lesa (11 milioni di euro per danni morali la sua richiesta di risarcimento), a dichiarare ai magistrati di aver pagato tangenti per circa 15 milioni di euro, in cambio di agevolazioni, ad alcuni amministratori pubblici regionali di centrosinistra e di centrodestra. E fu sempre lui a fare il nome diDel Turcocome beneficiario di tangenti.

Secondo l’accusa, in sostanza, dal 2003 al 2008 i vertici di due amministrazioni regionali, quella di Giovanni Pace prima e quella diDel Turcopoi, sarebbero stati protagonisti di un malaffare che avrebbe portato pian piano al tracollo della sanità abruzzese. Già condannato, invece, a due anni di reclusione dalla Corte d’Appello dell’Aquila, per il reato di concussione per induzione, l’ex presidente di centrodestra della Regione, Pace, che era stato assolto da tutte le accuse contestate.

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