Processo Mediaset, slitta a giovedì la sentenza

di Mena Grimaldi
 ROMA. La tanto
attesa sentenza del processo Mediaset alla quale l’intero mondo politico sta
guardando con tante ansie, arriverà probabilmente nel primo pomeriggio di
giovedì. Lo si apprende da fonti della Cassazione.

Dopo le requisitorie del pg,
nel pomeriggio di mercoledì sono iniziate le arringhe dei difensori che, quasi
certamente, andranno avanti fino a sera. Soltanto a mezzogiorno di giovedì il
collegio tornerà a riunirsi in camera di consiglio dopo una breve udienza in
mattinata per altre cause.

“Ci vorranno cinque ore, per lo meno”. E’ la stima
dei tempi per le arringhe dei due difensori di Silvio Berlusconi,
Niccolò Ghedini e Franco Coppi, secondo lo stesso
professor Coppi, che si è fermato con i giornalisti nella pausa dell’udienza
del processo Mediaset.

Nella sua requisitoria di martedì il sostituto
procuratore generale Antonello Mura ha ritenuto “non legittima la pena
accessoria di cinque anni e solo questo aspetto la procura generale ha
censurato” della sentenza Mediaset emessa lo scorso 8 maggio dalla corte
d’appello di Milano.

Così il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, ha circoscritto la
richiesta di martedì del pg Mura di ridurre da cinque a tre anni la pena
accessoria dell’interdizione inflitta all’ex premier Silvio Berlusconi. “Manca
nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver
partecipato al reato proprio”.

Ha detto uno dei legali di Silvio Berlusconi,
Niccolò Ghedini, nella sua arringa. Il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco
Ciani, non si sbilancia in previsioni sul verdetto: “Bisognerà vedere come il
collegio giudicante interpreterà quanto ha sostenuto nella sua requisitoria di
ieri il rappresentante della procura, Antonio
Mura
. Io non faccio l’indovino”.

La vicenda Mediaset legata ai diritti tv vede tra i quattro imputati l’ex premier Berlusconi,
condannato in primo e secondo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale e
a 5 di interdizione dai pubblici uffici.Interdizione che la Procura
generale della Cassazione martedì ha chiesto di ricalcolare al ribasso
portandola a 3 anni.

Gli scenari possibili sono tre:Il proscioglimento:
la Cassazione può accogliere i motivi di ricorso della difesa e assolvere
definitivamente Berlusconi.Il nuovo Appello: la Corte può assolverlo con
rinvio del procedimento a un nuovo Appello su punti specifici.

La
condanna: in caso di conferma della condanna a 4 anni di reclusione e a 5 di
interdizione dai pubblici uffici, il condono cancella 3 dei 4 anni e per l’anno
residuo c’è l’affidamento ai servizi sociali o i domiciliari (l’ex premier ha
più di 70 anni). L’interdizione, cioè la decadenza da senatore e
l’incandidabilità per 5 anni, deve essere votata dal Parlamento.

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