Offese alla Kyenge: Calderoli chiede scusa ma non si dimette

di Emma Zampella

Roberto CalderoliROMA. Sono arrivate le scuse, ma non le dimissioni di Roberto Calderoli, reo di aver offeso il ministro per l’Integrazione,Cecile Kyenge, paragonandola ad un organo.

Nell’offrire le sue scuse, il membro della Lega, sottolinea che il suo intervento non voleva essere razzista e che quindi non intende proseguire con le dimissioni di vicepresidente di Palazzo Madama. “Non ho difficoltà a definire le mie dichiarazioni sbagliate e offensive per le quali il presidente Napolitano si è indignato. E anche con lui mi scuso” ha detto Calderoli.

“Ho fatto una sciocchezza. Lo riconosco. Il ministro ha accettato le mie scuse, le manderò un mazzo di rose. Sul mio onore garantisco che non attaccherò mai più un avversario politico con gli insulti. Ma non farò mai sconti ad un governo che quasi incoraggia l’arrivo dei clandestini e che consegna nelle mani del suo persecutore una donna con sua figlia. Non ho paura delle dimissioni e l’avrei fatto se me l’avesse chiesto un’amplissima maggioranza delle forze politiche, e così non è stato. Ma chiedo che il giudizio su di me, sulla mia terzietà e la mia imparzialità rispetto al mio ruolo di vicepresidente sia dato sulla base dei miei comportamenti e delle mie dichiarazioni in quest’Aula o quando ho l’onore di presiederla”, ha proseguito l’esponente della Lega. “Sul mio ruolo di politico il giudizio spetta a elettori perché questa è la democrazia”, ha concluso Calderoli.

Il caso però continua a tenere banco tra i politici, che non vogliono archiviare la vicenda. Cecile Kyenge non ha voluto commentare le mancate dimissioni del vicepresidente del Senato: “Non mi sono pronunciata su questo punto e continuo a non pronunciarmi. È una responsabilità politica istituzionale, non voglio ricondurre l’episodio a un caso personale”.

Il Pd rincara la dose. “Le ragioni della nostra richiesta di dimissioni restano ferme”, spiega il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. Mentre i segretari provinciale e comunale di Ferrara, Paolo Calvano e Simone Merli, depositeranno domattina in Procura a Bergamo una denuncia nei confronti del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Intanto, a tenere banco oggi, anche le parole della senatrice del Movimento 5 Stelle Serenella Fucksia che, in un’intervista al Secolo XIX, ha difeso Roberto Calderoli: “Non ha detto niente di negativo – ha detto la Fucksia – e anzi questo scandalo è razzismo al contrario”. Poi una battuta sul ministro Cécile Kyenge: “Assomiglia a un orango? Ci potrebbe stare”.

Infine, nel pomeriggio , le scuse: “Come tutto il Movimento 5 Stelle esprimo profonda disapprovazione quando mi trovo di fronte ad ogni forma di razzismo e discriminazione, concetto espresso chiaramente in Aula dal capogruppo Nicola Morra. Le mie dichiarazioni raccolte dal giornalista del Secolo XIX e riprese da altri media sono frutto di una conversazione decontestualizzata e paradossale dove io stessa mi sono autodefinita una papera. Mi scuso profondamente con tutte le persone che si possono essere sentite offese dalle mie dichiarazioni”.

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