Mediaset, Pdl: “Berlusconi sarebbe stato assolto ovunque, non a Milano”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA. “In qualunque altra sede giudiziaria” diversa da Milano “si sarebbe doverosamente ed immediatamente pervenuti ad una sentenza più che assolutoria” nel processo Mediaset, soprattutto considerato che “due precise sentenze della Cassazione” hanno stabilito “l’assoluta estraneità” di Silvio Berlusconi alla gestione dell’azienda in quegli anni.

È quanto si legge in un documento diffuso giovedì dal Pdl. Il partito inizia la sua analisi sostenendo che il procedimento, che ha visto l’ex premier condannato in primo grado, e lo scorso 8 maggio anche in appello, a 4 anni di carcere oltre all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, è “basato su una ipotesi accusatoria così assurda e risibile che in presenza di giudici non totalmente appiattiti sull’accusa e “super partes”, sarebbe finito ancor prima di iniziare, con grande risparmio di tempo per i magistrati e di denaro per i contribuenti”.

Il processo sarebbe, infatti, costato allo Stato “una ventina di milioni di euro”. Il documento passa poi ad analizzare i fatti processuali evidenziando la sporadica frequentazione tra Berlusconi e Frank Agrama, che per l’accusa sarebbe stato invece il “socio occulto” nella compravendita dei diritti tv della Paramount, e i rapporti tra l’ex premier e l’azienda che sarebbero cessati alla “discesa in campo” nel 1994.

Ribadita, inoltre, l’“avvenuta prescrizione” dei fatti descritti, il Popolo della libertà sottolinea: “Questi i teoremi accusatori” “sono stati protratti all’infinito solo per poter arrivare a condannare il nemico ideologico e politico Silvio Berlusconi”.

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