Il Papa incontra i migranti a Lampedusa: “O’ Scià”

di Redazione

 AGRIGENTO. Papa Francesco, in visita a Lampedusa, durante la messa ha rivolto un pensiero “ai cari immigrati musulmani che, oggi, stasera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali”.

“La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi, O’ Scià”, ha detto Bergoglio, utilizzando unaparola del dialetto locale, che significa “fiato mio” o “mio respiro”, che gli isolani adoperano come saluto amichevole.

“La mia visita – ha spiegato il Pontefice nel corso dell’omelia – è per risvegliare le coscienze. Quando alcune settimane fa ho appreso la notizia, che tante volte sui è ripetuta, di immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte, il pensiero mi è tornato come una spina nel cuore che porta sofferenza. Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare. Perchè ciò che è accaduto non si ripeta più”.

Partendo dalle domande bibliche “Adamo, dove sei?” e “Caino, dov’è tuo fratello?”, Francesco, con riferimento ai naufragi dei migranti, ha detto a Lampedusa che “queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza”.

“Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo”, e “non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri”. È così, secondo Bergoglio, che “si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”.

A Punta Favarolo il Papa ha salutato e stretto la mano a numerosi migranti africani, quasi tutti giovanissimi, sorridendo uno per uno, scambiando con loro qualche parola. “Vi ringrazio per la vostra accoglienza. Prego per voi, anche per quelli che non sono qui”, ha detto il Santo Padre.

Dalla motovedetta della Guardia Costiera, Francesco ha gettato nel mare di Lampedusa una corona di fiori in ricordo dei migranti morti durante le traversate. Prima di lanciare i fiori il Papa si è raccolto in preghiera. “Benvenuto tra gli ultimi”, è lo striscione che i lampedusani hanno affisso vicino al Molo Favaloro.

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