Il Papa: “Chi sono io per giudicare un gay?”

di Mena Grimaldi
 ROMA. “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Così Papa Francesco ha detto ai giornalisti durante il suo viaggio di ritorno da Rio de Janeiro dove si è svolta la settimana della Gmg a chi gli chiedeva della “lobby gay” all’interno del Vaticano.

Per un’ora Bergoglio risponde alle domande dei giornalisti libere e non preparate. Dice che sullo Ior non ha ancora deciso ma “di certo qualsiasi cosa diventerà lo Ior, ci vuole trasparenza e onestà”.

Parla di monsignor Scarano e sillaba: “Abbiamo questo monsignore che è in galera: non è andato in galera perché assomigliava alla beata Imelda!”, espressione spagnola a significare che non é uno stinco di santo.

A chi gli ha chiesto del prelato dello Ior, monsignor Ricca, e cosa intendesse fare per la situazione della lobby gay ha risposto: “Per quanto riguarda monsignor Ricca, ho fatto quello che il diritto canonico manda a fare, che è l’investigatioprevia. E in questainvestigationon c’è niente di quello che accusano, non abbiamo trovato niente. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa. Io vedo che tante volte nella Chiesa, fuori di questo caso e anche in questo caso, si vanno a cercare i peccati, di gioventù per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh, i delitti sono un’altra cosa. L’abuso di minori per esempio è un delitto, non è un peccato. Ma se una persona, laica prete o suora, commette un peccato e poi si converte, il Signore perdona. E quando il Signore perdona, il Signore dimentica”.

E sulla canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ha risposto: “Giovanni XXIII è un po’ la figura del prete di campagna, del prete che ama ognuno dei fedeli, che sa curare i fedeli. E questo lo ha fatto come vescovo, come nunzio. Tante testimonianze di battesimo false ha fatto in Turchia in favore degli ebrei! Era un coraggioso”.

“Di Giovanni Paolo II mi viene da dire: grande missionario della Chiesa. E’ un missionario, uno che ha portato il Vangelo dappertutto, voi lo sapete meglio di me, andava, eh, sentiva questo fuoco di portare avanti la parola del Signore, è un San Paolo, un uomo così, questo per me è grande. Fare insieme la canonizzazione di tutti e due insieme è un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi, sono bravi. Ma c’è in corso anche la causa di Paolo VI e di Papa Luciani, tutte e due sono in corso”.

E sui problemi di sicurezza a Rio ha risposto: “Abbiamo avuto problemi con le ipotesi di sicurezza, la sicurezza di là, la sicurezza di qua. Ma non c’è stato un incidente in tutta Rio de Janeiro, in questi giorni: con meno sicurezza io ho potuto stare con la gente, abbracciarla, salutarli, senza macchine blindate. La sicurezza è fidarsi di un popolo”.

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