Caso Shalabayeva, presidente kazako in Italia: incontro con Berlusconi?

di Emma Zampella

 ROMA. Mentre Alma e Alua Shalabayeva, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov venivano prelevate e rispedite in patria, il plenipotenziario presidente Nursultan Nazarbaev si gustava cinque giorni di vacanza in un magnifico angolo di Sardegna.

Il presidente kazako Nazarbaev, con famiglia, un plotone di agenti di sicurezza e servitù al seguito, si godeva la discreta San Teodoro, pochi chilometri a sud di Olbia. Dalla sua villa da 200 metri quadri, con annesso ampio giardino, in affitto a Puntaldia, si è riposato davanti all’isola Tavolara. Nazarbaev, a quanto risulta a Repubblica, è sbarcato a Olbia con un volo di Stato kazako, esattamente una settimana fa. Ha soggiornato nella villa del comprensorio H2O, di proprietà di un uomo da sempre vicino a Silvio Berlusconi, il commercialista milanese Ezio Maria Simonelli.

“Sapevo dall’agenzia che erano ospiti dei russi, non sapevo che fosse il presidente kazako”, garantisce il commercialista, assente da San Teodoro in questi giorni. Fatto sta che lo vedono sbarcare tutti, Nazarbaev, in questo riservato pezzo di Sardegna. Del resto, in paese era difficile non notare le venti guardie del corpo, gli assistenti e i segretari, il cuoco personale, un esercito che ha occupato altre tre ville del comprensorio per proteggere la privacy dell’oligarca kazako, della moglie e di due bimbe (le nipoti?). Fuori, a rinforzare il dispositivo di sicurezza, gli uomini della questura di Nuoro guidata da Pierluigi D’Angelo. “Chiama per il presidente kazako?”. La voce al cellulare di Bruno Santamaria, presidente del Circolo Nautico di Puntaldia di cui Ezio Simonelli è uno dei soci fondatori, è squillante. “Sì, lo abbiamo visto due sere fa al ristorante in piazzetta – racconta – con tutto il personale. Si sono fatti vedere poco in giro, questo posto lo hanno scelto per la tranquillità”.

A parlare di un incontro segreto poi con l’ex presidente Berlusconi anche il quotidiano “L’Unione Sarda” che ha sottolineato l’esistenza di un vertice segreto di qualche ora a Puntaldia, in Sardegna, avvenuto lo scorso 6 luglio fra l’ex premier Silvio Berlusconi e il presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev. L’ipotesi è che i due si fossero visti per parlare dell’avvenuto rimpatrio forzato della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, Alma Shalabayeva. Lo staff di Berlusconi ha però smentito: “Nessun incontro con il presidente del Kazakistan Nazarbaev. Sabato scorso, 6 luglio, contrariamente a quanto riporta stamani un quotidiano sardo, citato a sua volta da agenzie di stampa, il presidente Berlusconi si è trattenuto tutto il giorno nella sua residenza di Arcore. In nessun altro giorno il presidente Berlusconi si è recato in Sardegna e non ha mai incontrato il presidente Nazarbayev durante il suo soggiorno in Italia”.

Intanto le forze politiche si scagliano contro il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di cui si chiedono le dimissioni. Mentre il Pdl si schiera a favore del vicepremier, Brunetta esprime il concetto più forte in difesa del vicepremier: “Senza di lui il governo non va avanti”. Ma dal Movimento 5 stelle e Sel arriva una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno: “Si dimetta immediamatente”. “Alfano si dimetta”, chiede il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dopo la gestione imbarazzante del caso della famiglia Ablyazov, depositando una mozione di sfiducia alla Camera nei confronti del ministro dell’Interno. “Il Viminale non poteva non sapere e, se non sapeva, significa che nel nostro paese c’è una polizia parallela che agisce a propria discrezione e all’insaputa dei vertici soprattutto considerando che la notizia era online fin dal 5 giugno scorso” è il commento del capogruppo M5S alla Camera, Riccardo Nuti.

“Anche la dignità italiana è stata calpestata, nell’ignorare brutalmente i diritti umani di una bambina e della sua mamma. E tutto – conclude Nuti – solo per obbedire agli ordini di uno stato straniero”. La mozione di sfiducia ha la firma anche dei deputati di Sel. Chiedendo le dimissioni di Alfano, Nichi Vendola le definisce “un atto di igiene istituzionale”. In tale bufera il Pdl comunque fa quadrato intorno al suo segretario. “Mi sembra ovvio che Letta non andrebbe avanti – dice Brunetta – le mozioni di sfiducia individuale sono un atto aberrante, non previsto dalla Costituzione, che di solito rafforzano il governo e indeboliscono chi le presenta”. Gli fa eco il collega al Senato Renato Schifani: “Chi spinge per le dimissioni resterà deluso” dichiara il presidente dei senatori del Pdl. “L’unico problema, secondo talune linee editoriali, è diventato il caso Shalabayeva e le eventuali responsabilità del governo. Noi – sottolinea Schifani – continueremo ad occuparci prioritariamente delle tematiche economiche, appoggiando lealmente l’azione dell’esecutivo e restiamo convinti che da parte del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che darà a giorni tutte le ulteriori spiegazioni del caso alla luce di una seria inchiesta affidata al Capo della Polizia, non ci siano state responsabilità né politiche né operative”.

E aggiunge: “Aspettiamo, come tutti, che si spieghi all’opinione pubblica cosa sia accaduto realmente nei vari passaggi della catena di controllo che determinò l’espulsione della cittadina Kazaka e della figlia, ma escludiamo senza alcun dubbio ripercussioni per il governo. Pertanto, chi spinge per le dimissioni di Alfano resterà deluso”. Mentre Daniela Santanché attacca“Repubblica”: “Il partito di Repubblica vuole usare Alfano come bomba umana per fare esplodere il governo Letta-Alfano, ma non per l’interesse del Paese e degli italiani coi loro tanti problemi, ma per l’interesse del suo candidato Renzi”.

Anche Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera si schiera con il ministro Alfano: “Comprendiamo la fretta di Repubblica di archiviare l’esperienza del governo Letta. Tutto fa brodo. Ma non al punto di anticipare giudizi e condanne per azioni, comportamenti e responsabilità individuali che vanno prima conosciuti e poi eventualmente sanzionati, a tuteladi diritti violati e del buon nome italiano”. Solo una voce critica, per ora, si alza nel coro pidiellino a difesa di Alfano ed è quella dell’eurodeputata Pdl Lara Comi: “Un errore è stato commesso” nella gestione dell’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia. “Dovevano avere tutele maggiori in quanto il marito aveva asilo politico – aggiunge -. Valutiamo, però, carte alla mano e attraverso fatti concreti, che verranno spiegati dalla polizia”.

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