Calderoli-Kyenge, Letta: “Maroni metta fine a questa vergogna”

di Emma Zampella

Cecile KyengeROMA. “Quello che sta succedendo è un’altra pagina vergognosa nel nostro paese su questi temi, l’Italia oggi è presente sulla stampa estera per questa vicenda: è una vergogna che fa male all’Italia”.

Parole dure quelle del premier Enrico Letta che interviene sulla vicenda dell’offesa rifilata dal leghista Calderoli al ministro Kyenge (“Quando la guarda non posso non pensare ad un orango”) e alle parole dell’altro esponente del Carroccio Matteo Salvini che ha invitato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a “tacere”.

Letta fa appello al leader del partito e governatore della Lombardia, Roberto Maroni, “affinché chiuda questa pagina rapidissimamente, altrimenti si entra in una logica di scontro totale che non serve a lui, non serve a nessuno, non serve al Paese. È una pagina veramente insostenibile, a Maroni appello sincero privo di strumentalizzazioni”.

Le parole di Letta hanno il tono dell’ultimatum: o si cambia direzione o si mette in discussione il lavoro fatto insieme. Compreso, così si evince dalle affermazioni del premier, anche l’appoggio a Expo 2015. Il premier difende anche il presidente Napolitano: “Non provino a tirarlo in causa o si rendono ancora più ultimativi i toni”.

Intanto,il ministro Kyenge continua a ribadire di non voler scendere ai livelli di chi le ha mosso “complimenti” non poco sgarbati. “Non è un fatto personale, il caso per me non si è mai aperto perché non è un caso personale. Sicuramente non scendo allo stesso livello”, ha detto.Calderoli,da parte sua, dopo essersi scusato, limitandosi a definire la sua una battuta, non ne vuole sapere di dimettersi da vicepresidente del Senato, come chiesto da più parti, a cominciare dal Pd.

Indignati i presidenti delle Camere.Laura Boldrini dichiara:“Le parole di Calderoli sono sconsiderate – dice la presidente della Camera – E’ impensabile in qualsiasi Paese europeo, democratico, che una persona con una responsabilità istituzionale possa dire queste cose. Questo crea grande imbarazzo, un danno all’immagine dell’Italia, fa male al Paese. Chi ha responsabilità istituzionali non può prendersi il lusso di dire quello che vuole. Bisogna sapersi trattenere e riservare considerazioni più o meno gradevoli per il proprio privato”.

Mentre ilpresidente del Senato, Pietro Grasso, ricordando che eventuali dimissioni devono essere presentate volontariamente dallo stesso Calderoli e votate dall’Aula, ha detto: “Non ci si può rifugiare dietro i comizi per nascondere quelle che sono certamente delle aggressioni verbali di tipo razzista, e questo è un dato di fatto”.

A gettare benzina sul fuoco, come dicevamo, ci ha pensato il vicesegretario della Lega, Salvini, che su facebook ha criticato l’intervento di Napolitano sulla vicenda: “Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori? Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio!”.

Non solo. Anchel’assessore regionale veneto Daniele Stival ha postato sul suo profilo Facebook una foto di “L’antipolitica” in cui c’è l’immagine del ministro Kyenge e una frase di sdegno per le parole di Calderoli, indicando però come vittima l’orango, “una creatura di Dio” che non si può paragonare ad “un ministro congolese”. Stival ha confermato all’Ansa di aver messo l’immagine ma anche di aver sbagliato, promettendo che l’avrebbe rimossa e definendola una scelta avventata, una sorta di scherzo.

Da Stival si dissocia il governatore veneto Luca Zaia: “A Daniele Stival ricordo, per ricordarlo a me stesso e agli altri assessori, che da noi i veneti si aspettano soluzioni ai loro problemi, come la disoccupazione giovanile e una sanità sempre più efficiente, e non di perdere tempo su inutili e ingiustificabili commenti a vicende come queste”. Per quanto riguarda l’offesa di Calderoli, Zaia dice: “Un’uscita infelice senza se e senza ma. L’unica cosa da fare sono le scuse, che Calderoli ha fatto”.

Altro attacco alla Kyenge arriva dal segretario della Lega Nord dell’Emilia Romagna, Fabio Rainieri: “Mi dà fastidio che la Kyenge sia ministro di quel Ministero, semplicemente perchè lei è entrata nel nostro Paese come clandestino, e non credo che una persona che entra così nel nostro Paese possa poi fare il Ministro dell’integrazione”.

Il governatore del Piemonte, Roberto Cota, invece si pone su un altro piano, dichiarandosi “sconcertato dalla strumentalizzazione che viene fatta di una battuta”. “Si usa una battuta – ha aggiunto il leghista rispondendo ai cronisti – probabilmente per non parlare dei problemi politici. Per esempio della linea che questo governo ha messo in campo sull’immigrazione, che assolutamente non condivido”.

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