Giffoni assegna borsa di studio a Gaetano Lettera

di Redazione

 GRICIGNANO. Ripartire. Un verbo che richiama alla mente numerose riflessioni: un nuovo percorso, una nuova impronta che si pone tra un “prima” e un “poi”, un invito ad indirizzare il proprio cammino verso un nuovo itinerario, senza perdere di vista i propri obiettivi.

E’ questo lo slogan della settima edizione di “…aspettando Giffoni 2013“, il festival culturale e artistico che, quest’anno, si apre nel segno della “Ripartenza”, un tema con cui si propone di interpretare, attraverso i 12 eventi previsti dal 16 maggio al 16 luglio, i difficili tempi che viviamo, imbottiti di incertezze, sfoltiti di valori e avari di stimoli e riferimenti. Giovedì 27 giugno, la kermesse ha ospitato i cinque autori finalisti del “Premio Strega”, la più importante manifestazione letteraria italiana, motivo di grande orgoglio per l’intera provincia di Avellino e la Regione Campania, frutto di un felice accordo stipulato tra la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, l’azienda Strega Alberti di Benevento e la Banca della Campania. L’elegante giornalista del Tg2, Maria Concetta Mattei, ha diretto l’incontro con i cinque autori finalisti trasformandolo in un’informale chiacchierata tra amici al bar, impegnati in uno scambio di opinioni ed emozioni: da colonna sonora il flauto di Caterina D’Amore e la voce del noto attore e doppiatore Edoardo Siravo.

Paolo Di Paolo con “Mandami tanta vita” pubblica un vortice di amori, aspirazioni, ideali passati e tensioni verso il futuro che abbraccia gli ultimi giorni di vita di Piero Gobetti, intellettuale e politico antifascista morto all’età di soli venticinque anni a causa di una salute precaria aggravata dalle persecuzioni fasciste, ricordandone le ultime parole scritte per vestire il messaggio che vuole inviare: “Le nostre malattie e le nostre crisi di coscienza non possiamo curarle che noi. Dobbiamo trovare da soli la nostra giustizia”.

Alessandro Perissinotto riesce a tingere “Le colpe dei padri” di attualità e di ritorni storici, facendo riflettere sul come molte realtà industriali stiano affrontando questa crisi, oggi esattamente come ieri, e dove la protagonista resta sempre e comunque l’umanità: “Il compito della letteratura è quello di restituire e raccontare l’umanità delle persone”.

 Romana Petri presenta “Figli dello stesso padre” con una metafora: “Scrivere è come vivere sulla sponda di un fiume: un giorno scegli di tuffarti e di nuotare fino ad arrivare all’altro lato”; un libro tutto al maschile, che vede come protagonisti due fratellastri declassati da un padre troppo assente, che si sfidano a colpi di ricordi e vecchi rancori, stanchi di soffrire ed impegnati in una resa dei conti: “I ricordi non corrispondono mai alle azioni che abbiamo vissuto, ma li ricordiamo come noi vogliamo ricordarli”.

Walter Siti, col suo dono della preveggenza, ha creato “Resistere non serve a niente”: da buon realista, non ha voluto impersonare il ruolo di narratore onnisciente ma ha scelto di mescolarsi ai personaggi della trama per provare sulla propria pelle parte del male che racconta. Sul palco, ha rievocato il pensiero di Antonio Gramsci, dichiarando di dover vivere in compagnia dell’ottimismo della volontà e del pessimismo dell’intelligenza, tenendo ben a mente che le brutte esperienze nutrono la stabilità; “Oggigiorno i buoni propositi sfumano e l’unico criterio di valore rimasto è il “dio denaro”, che non fa che comprare surrogati di desideri, rendendo le persone meno integre: si necessita di una bella chiacchierata interiore, ma affrontarla spaventa molti, figuriamoci se fosse collettiva!”.

Simona Sparaco in un commovente “Nessuno sa di noi” traveste il suo lutto con un aborto terapeutico: Luce affronta un’esperienza di dolore e rinascita così forte da lasciare un segno indelebile nella memoria. La scrittrice ha usato la scrittura come terapia, “una diga per incanalare il dolore”. Inevitabilmente, è a lei che sono stati offerti, al termine della prima parte della serata, 47 voti da parte di una rappresentanza di alunni appartenenti al Liceo Statale “Publio Virgilio Marone” di Avellino e al Liceo Classico Convitto nazionale “P.Colletta” di Avellino.

Nella seconda parte della serata sono stati, poi, premiati i vincitori di 130 borse di studio messe in palio dalla Banca della Campania riservate alle “eccellenze” delle regioni Campania e Puglia, studenti iscritti al primo anno di università e agli istituti di istruzione secondaria di secondo grado relativamente ai risultati conseguiti nell’anno scolastico 2011/2012, tra cui Gaetano Lettera di Gricignano di Aversa. Ripartire. Un verbo che sposa perfettamente i pensieri di Ada, la moglie di Piero, protagonista del libro di Paolo di Paolo: “Basta volerle le cose, no? Basta infinitamente volerle”.

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