Siria, scontri a Damasco: almeno 13 morti

di Redazione

 DAMASCO. Almeno 13 persone sono rimaste uccise domenica, nel quartiere periferico di Qabun, a Damasco, dove centinaia di famiglie di residenti si trovano bloccate in casa.

Sono, infatti, assediate da cecchini del regime che stanno presidiando la zona, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani. In quel quartiere, dice ancora l’ong, manca cibo e alcune famiglie non hanno nulla da dare da mangiare ai loro figli.

Intanto,i talebani pakistani hanno allestito campi d’addestramento e spedito centinaia di miliziani in Siria per combattere al fianco dei ribelli contro il regime di Damasco: lo hanno confermato loro stessi, delineando una strategia che punta a cementare la comune leadership qaedista.

Ad ormai più di due anni dall’inizio della guerra civile, la Siriaè diventata un vero e proprio magnete per i miliziani sunniti stranieri, arrivati da ogni dove per unirsi a quella che considerano una guerra santa contro gli sciiti oppressori.

Adesso i comandanti talebani in Pakistan confermano che anche loro hanno deciso di unirsi alla causa e che centinaia di miliziani sono in Siria per combattere accanto agli ‘amici mujaheddin’.”Poiché i nostri fratelli avevano bisogno di aiuto, abbiamo mandato centinaia di combattenti insieme ai nostri amici amici”, ha spiegato uno dei capi locali, preannunciando i video con le immagini di quelle che descrive come le vittorie talebane in Siria.

L’annuncio complica ulteriormente la fotografia della situazione sul tappeto, già segnata da profonde rivalità tra l’Esercito Libero Siriano (Els) e e gli islajisti; tensioni ulteriormente esacerbatesi giovedì quando un gruppo legato ad al-Qaeda ha assassinato uno dei principali comandanti dell’Els, al culmine di una disputa nella città portuale di Latakia.

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