La Grecia in sciopero: “Siamo persone non numeri”

di Emma Zampella

 ATENE. Giornata difficile quella che vive la capitale greca: 24 ore di sciopero per i servizi pubblici. “Siamo persone, non numeri”, è lo slogan dei “militanti” scesi in piazza a tutela del proprio posto di lavoro.

Nel centro di Atene, come in altre città, sono attese delle manifestazioni. Gli ospedali saranno attivi solo per i casi di emergenza, mentre numerosi musei rimarranno chiusi. I treni resteranno fermi, ma si prevedono disagi anche per quanto riguarda il traffico aereo interno, perché i lavoratori del settore si fermeranno per 4 ore.

Nessun blocco, invece, per quanto riguarda traghetti, hotel, banche, negozi, taxi. Niente sciopero nemmeno per i lavoratori di metropolitana e tram. A piegare le braccia, infatti sono gli uomini, guidati dai sindacati Adedy e Gsee, le due principali associazioni elleniche a sostegno dei lavoratori che raggruppano il settore pubblico e quello privato. Il motivo dello sciopero è da riscontrarsi come una protesta al disegno di legge mosso dal Governo della Grecia, che prevede, tra le tante cose, il licenziamento 700mila dipendenti statali entro la fine del 2014 e la definizione dello stipendio base dei lavoratori del settore privato attraverso la sola decisione del Ministero del Lavoro.

Ad Atene gli autisti dei mezzi pubblici incroceranno le braccia dalle 6 alle 18: una grande manifestazione si svolgerà nel centro della capitale, convocata dal sindacato comunista Pame e un’altra organizzata dal sindacato privato GSEE. Per rispondere alla richieste della Troika (Ue, Bce, Fmi) entro la fine dell’anno la Grecia deve tagliare 4 mila posti di lavoro nel pubblico impiego e rivedere la mobilità di altri 12 mila dipendenti pubblici. Il primo intervento si è avuto lo scorso giugno con la chiusura della televisione pubblica ERT e la mobilità dei suoi dipendenti. Dall’approvazione di questa legge dipende la concessione di un’ulteriore tranche di aiuti da parte dei creditori internazionali. Una settimana cruciale, dunque, quella che vede protagonista la Grecia.

La mobilitazione infatti ha riguardato varie categorie di lavoratori che protestano contro le politiche occupazionali del governo conservatore del premier Antonis Samaras e delle difficoltà che il governo stesso incontra nel convincere i deputati dei due partiti della coalizione a votare a favore dei provvedimenti legislativi in discussione in Parlamento.

I dipendenti delle autonomie locali sono in stato di agitazione contro il disegno di legge governativo che prevede l’abolizione della polizia municipale e del corpo delle guardie scolastiche con la conseguente messa in mobilità del rispettivo personale. Da parte loro, i sindaci di tutte le città della Grecia minacciano le dimissioni nel caso in cui venga approvato il disegno di legge. Inoltre, i giornalisti della televisione pubblica (Ert) sono ancora in lotta contro la chiusura dell’azienda decisa dal governo, il personale degli ospedali pubblici sciopera per motivi che riguardano il settore della sanità.

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