I Cavalieri Templari Cattolici d’Italia a Casertavecchia

di Redazione

 CASERTA. Si è concluso domenica il ritiro Spirituale dei Cavalieri Templari Cattolici D’Italia, al grido di Non Nobis, Domine, Non Nobis, Sed Nomine Tuo da Gloriam.

Il magnifico borgo medievale di Casertavecchia si è stretto in un fraterno abbraccio ai Cavalieri dal Bianco Mantello, guidati come sempre dal loro Magister Templi, Fra’ Mauro Giorgio Ferretti. Tante sono state le tematiche affrontate in questa due giorni appena conclusa ed il Magister ha ribadito i concetti principali dell’essere Cavalieri oggi, “il Cavaliere è colui che si supera” , cioè colui che ha il coraggio di fare il salto nel vuoto sapendo che Gesù è con lui. Questo concetto ha particolarmente colpito perché si vive in un mondo dove pochi hanno il coraggio di mettersi in gioco, mentre come Cristiani dobbiamo uscire dalle nostre Parrocchie e portare la Buona Novella al mondo.

Il Cavaliere, oggi come ieri, deve aiutare i fratelli poveri, i bisognosi, le vedove, gli orfani e deve difendere il “Tempio di Dio”, che non è fatto di mura, di cinte murarie ma è fatto di carne e ossa; il Tempio da difendere sono appunto tutti gli esseri umani, i quali come dici San Paolo: (1 cor 6,19) “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo?”, siamo dimora dello Spirito Santo, dimora sacra dove Dio abita, è qui che il cavaliere entra in campo per aiutare i fratelli che hanno smarrito questa dignità di Tempio di Dio e si abbandonano agli “idoli”.

I Cavalieri e le Dame Templari si schierano, oggi come ieri, al fianco del Santo Padre Francesco nella battaglia spirituale contro il principe di questo mondo, Lucifero che esiste e agisce. Battaglia che oggi più che mai è impellente proprio in quelle periferie dove è rilegato l’uomo che il Santo Padre ci ha evidenziato. I Templari inoltre supportano sacerdoti e vescovi nella riapertura delle molte Chiese che erano chiuse al culto ormai da anni, le presidiano strappandole all’abbandono e con la loro testimonianza vogliono risvegliare i valori della cavalleria e della tradizione di Poveri Cavalieri di Cristo, secondo le indicazioni di San Bernardo, attraverso le preghiera comune e la meditazione della Sacra Scrittura.

Vederli schierati è qualcosa che tocca ricordi ancestrali nei nostri cuori; i Templari Cattolici si presentano infatti come un forte drappello di uomini e donne che hanno deciso di giungere a Cristo seguendo la difficile via dell’azione cavalleresca. Sono cattolici per tradizione, fede, scelta e decisione. Ritornando a cosa vuol dire essere templare oggi il Magister ha detto che la loro, è una strada che porta a Cristo e consente di conoscere e rispettare prima di tutto se stessi, e di conseguenza il Prossimo. Stando insieme a loro si ha come l’impressione di sentire le accorate e chiare parole di Papa Francesco sulla necessità della testimonianza cristiana senza paure.

Nel ritiro di Casertavecchia, nel magnifico duomo dedicato a San Michele Arcangelo, si respirava l’aria cavalleresca, l’emozione era tangibile e si toccava con mano l’aura che aleggiava sopra i Cavalieri, si sentiva l’odore degli eroi. E non per caso un eroe vero della nostra terra e dei giorni nostri era davvero presente; il nostro soldato Carmine Pedata, il quale ha ricevuto l’ennesima ricompensa, l’ennesimo atto di stima per il suo atto eroico in Afghanistan.

Il Magister stesso ha consegnato a Carmine la croce e le insegne di Cavaliere ad honorem, segno questo della profondità di valori che animano questi uomini e donne e, non solo, di vanagloria come potrebbe sembrare a chi non li conosce. Vedendo le varie trasmissioni tv sull’argomento, tanto strampalate quanto divergenti tra loro, verrebbe spontaneo chiedersi cosa ci sia sotto? … Se si scorre il loro sito (www.templarioggi.it) è scritto chiaramente “nulla c’è sotto, tutto c’è sotto”. E basterebbe leggere testi seri e storicamente fondati come quelli della dottoressa Barbara Frale per capire.

Alla fine dei due giorni possiamo dire che, Casertavecchia esce più protetta di prima e che i cavalieri se ne vanno più forte di prima, pronti per affrontare e testimoniare Cristo attraverso la loro via cavalleresca nei vari posti dove vivono e lavorano. Sono infatti presenti in tutta Italia e da Bolzano a Noto riecheggia il loro antico motto: Non Nobis, Domine, Non Nobis, Sed Nomine Tuo da Gloriam.

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