Pentito irreperibile, salta udienza del processo Cosentino

di Redazione

Nicola CosentinoCASERTA. Non si è presentato all’udienza del processo a carico dell’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, Pietro Amodio, imprenditore e politico vicino al clan dei casalesi, diventato collaboratore di giustizia nel 2006.

Il pentito non è stato rintracciato nemmeno dal servizio centrale di protezione del Ministero dell’Interno. Contattato al telefono cellulare dagli agenti del servizio centrale, ha riferito di non voler venire a testimoniare nel processo a carico dell’uomo politico accusato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso.

Amodio è un testimone chiave per l’accusa, perché nelle sue dichiarazioni del 2007 parla della nomina di Franco Cundari a presidente del consiglio di amministrazione nel consorzio Acsa Ce3 spa, voluta da Cosentino. E parla anche del tecnico Carmine Bevilacqua e di un incontro a Roma avuto con Francesco Nucara, all’epoca viceministro all’Ambiente.

Amodio, esponentecasertano del Partito Repubblicano diCaserta, era un ‘colletto bianco’ del clan. Le sue dichiarazione avrebbero fatto luce sull’intreccio tra camorra-politica-imprenditoria nei consorzi che si occupavano della raccolta in Campania. I clan di riferimento dei consorzi erano Bidognetti e Schiavone. La camorra avrebbe ottenuto la loro ‘partecipazione’ all’affare rifiuti, minacciando Cundari e il tecnico Antonio Scialdone.

Il clan avrebbe, dunque, ottenuto un 15 per cento sull’ammontare dei compensi spettanti alla impresa di raccolta di Nicola Ferraro (ex consigliere regionale Udeur già condannato), oltre alla percentuale fissa di estorsione del 5 per cento da riconoscere ai clan delle singole zone.

Seconda quanto racconta Amodio, i politici ottenevano nomine in società con stipendi da 120-140 mila l’euro l’anno. Il presidente del collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gianpaolo Guglielmo, ha disposto l’accompagnamento coatto del testimone nell’udienza del 16 settembre prossimo.

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