Indesit, il corteo dei cinquemila: reportage da Fabriano

di Redazione

 CASERTA. “Lavoro, lavoro” è stato lo slogan più ripetuto durante la grande manifestazione del 12 luglio a Fabriano, in occasione dello sciopero nazionale di otto ore dei lavoratori diIndesitCompany per dire ‘No’ al piano di riorganizzazione del gruppo fabrianese del bianco.

Un piano necessario, secondo l’azienda, per affrontare uno scenario sempre più difficile per gli elettrodomestici che prevede 70 milioni di investimenti, ma anche la razionalizzazione delle produzioni italiane, con la chiusura di due stabilimenti su cinque (quello fabrianese di Melano e quello campano di Teverola-Carinaro) e 1425 esuberi (550 solo nel Casertano) su un totale di 4300 addetti. Un piano contro cui si sono schierati subito lavoratori, sindacati e istituzioni.

Erano attese oltre 2mila persone, ne sono arrivate 5mila. Uno striscione con quello che è diventato ormai il motto della vertenza – “1.425 volte no. La storia siamo noi” ha aperto il corteo, colorato e rumoroso, tra la musica, il suono delle sirene e quello stridulo dei fischietti, gli slogan, lo sventolio delle bandiere di Fim, Fiom e Uilm e le t-shirt con la scritta“Indesit, orgoglio italiano”.Quell’orgoglio che gli operai rivendicano dinanzi all’intenzione di delocalizzare in Turchia la produzione di lavatrici. E anche una cassa funebre con lo stemma dell’Insedit e la dicitura “Made in Italy”, a simboleggiare l’attuale situazione dell’economica italiana.

Un corteo d’altri tempi per partecipazione emotiva e mobilitazione che ai sindacalisti più maturi ha fatto tornare in mente le grandi battaglie degli anni ‘60 e ‘70. Un fiume di gente che ha attraversato il centro storico di Fabriano, molti hanno portato con sé le famiglie, i bambini, qualcuno persino il cane. C’era chi scandiva gli slogan, chi cantava, ma anche chi non nascondeva le lacrime.

Per la prima volta a Fabriano si sono sentite risuonare critiche forti e decise ai Merloni, quasi una risposta all’apertura di Antonella Merloni, presidente della holding di famiglia Fineldo, di due giorni fa: “Indesitnon ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia e non vuole procedere a licenziamenti”. Una volontà tutta da verificare, secondo i sindacati, che attendono l’esito del tavolo ministeriale del 16 luglio e che invocano anche un intervento del governo. La famiglia Merloni “parla tanto di responsabilità sociale, ma questa è una strage sociale”, ha attaccato un delegato Rsu di Melano.

Esplicito il sindaco di Carinaro Mario Masi: “I Merloni non dovevano comportarsi così, al Sud hanno avuto il sostegno delle istituzioni e un fiume di soldi pubblici”. Nel mirino in particolare Maria Paola, senatrice della Lista Monti eletta nelle Marche, “che in campagna elettorale ha parlato tanto di crescita e lavoro…”.

Al termine della manifestazione, un gruppetto di manifestanti ha cercato di forzare il blocco delle forze dell’ordine e di entrare nella sede degli uffici diIndesitCompany. Si è compreso, poi, che si trattava di giovani di un centro sociale che nei giorni precedenti aveva depositato letame e elettrodomestici usati all’ingresso della villa della famiglia Merloni. Come gesto distensivo, alcune lavoratrici hanno avuto il permesso di depositare due striscioni sul prato davanti all’entrata degli uffici.

Lo sciopero dei lavoratori Indesit a Fabriano (12.07.13) – I VIDEO

Indesit, la protesta degli operai – Playlist Video

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