Estorsioni a imprenditori: arrestati due esponenti del clan dei casalesi

di Redazione

 CASERTA. I carabinieri della compagnia di Casal di Principe, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due esponenti della fazione Bidognetti del clan dei casalesi.

Si tratta di Vincenzo Della Corte, 58 anni, alias “Sardone”, ritenuto reggente della fazione Bidognetti, e di Mario Cavaliere, 41 anni. Secondo gli investigatori, i due indagati, minacciando di interrompere i lavori in corso in diversi cantieri edili casertani, e avvalendosi della forza intimidatrice del clan, a partire dal marzo 2013 avrebbero avanzato pesanti richieste estorsive.

Le ordinanze di oggi seguono un decreto di fermo a carico di altrettanti esponenti del sodalizio criminale, eseguito dai militari dell’Arma lo scorso 11 maggio, per ulteriori episodi estorsivi a danno degli stessi imprenditori, nei confronti di Antonio Schiavone, 55 anni, e Pasquale Perone, 33, ai quali, il 25 giugno successivo, veniva notificata un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Le prime richieste estorsive, nei confronti di imprenditori impegnati in un progetto per lavori dell’importo di diversi milioni di euro per la realizzazione di appartamenti in un comune dell’agro aversano, sarebbero state avanzate da Schiavone e Della Corte. Cavaliere avrebbe avuto il ruolo di convocare e ricevere una vittima in un distributore di carburanti a Castel Volturno, per chiedergli il pizzo.Nonostante gli arresti di Cavaliere e Della Corte, nel maggio scorso per altri reati, Schiavone e Perrone avrebbero rinnovato le richieste estorsive, sottolineando che gli arresti dei primi due non mutavano la situazione.

Il 23 maggio, poi, a Cancello Arnone, dopo aver avvicinato nuovamente una vittima, Perrone e Schiavone tentavano di eludere il controllo di una pattuglia dei carabinieri. Perrone tentava, invano, la fuga a piedi, venendo bloccato e arrestato per violazione dell’obbligo di soggiorno a Castel Volturno.

Durante l’indagine, fanno sapere gli inquirenti, si è avuta la piena collaborazione di diversi imprenditori della provincia di Caserta, che hanno acquisito fiducia nelle istituzioni, iniziando a denunciare gli episodi di cui erano stati vittime.

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