Arin, Finanza accerta danno erariale per 3,6 milioni

di Redazione

 NAPOLI. Ammonta a oltre 3,6 milioni di euro il danno erariale complessivamente accertato per irregolarità rilevate nella gestione dell’Arin Spa (Azienda risorse idriche di Napoli cui compete la gestione dell’acqua nella provincia di Napoli e Caserta) e di altre società del relativo gruppo.

La Guardia di Finanza di Napoli ha accertato danni per tre milioni alla “Abc” (ex Arin Spa”, azienda speciale del Comune di Napoli, e per 600mila euro alla “Net Service Srl”, società interamente partecipata dalla Arin Spa. L’attività investigativa, coordinata dai viceprocuratori della Corte dei Conti Pierpaolo Grasso e Ferruccio Capalbo, è iniziata a seguito di esposti presentati dagli attuali amministratori dell’Arin, che evidenziavano numerose fattispecie di presunto danno erariale nell’ambito della passata gestione della società e di quelle da essa partecipate.

In base alle risultanze degli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli (Gruppo Tutela Spesa Pubblica) e dagli ispettori del Ministero dell’Economia, la Procura contabile campana ha oggi contestato, mediante appositi atti di “invito a dedurre”, notificati dalla Guardia di Finanza ai presunti responsabili del danno pubblico: da un lato, l’acquisto da parte della Net Service Srl della Marino Lavori Srl; dall’altro, più in generale l’intero sistema di affidamento, nell’ambito del gruppo Arin, degli appalti dei lavori, riguardante il finanziamento e la realizzazione delle opere di ricostruzione post-terremoto del 1980 in Campania.

Con riferimento alla prima vicenda, il danno all’Erario segnalato dagli organi investigativi all’autorità giudiziaria contabile è pari al costo sopportato in via diretta dalla Net Service per l’acquisto – a condizioni antieconomiche – della Marino Lavori. Infatti, dalla disamina della documentazione acquisita, è emerso come tale operazione non sia stata valutata adeguatamente sotto il profilo dell’effettiva convenienza ed utilità, come invece si sarebbe dovuto fare sia da parte della Net Service che della controllante Arin.

Per quanto riguarda il secondo filone d’indagine, relativo agli appalti, è stato appurato che l’Arin, senza valide motivazioni, ha affidato con apposito contratto al Consorzio Serino (costituito dall’Arin stessa e dalla Net Service) la realizzazione delle opere relative all’acquedotto del Serino, anch’esse previste e finanziate con i fondi della legge numero 219/1981.

Tale affidamento ha rappresentato in realtà, per tutti i lavori poi eseguiti, solo il primo di numerosi altri passaggi e scambi reciproci tra le società del gruppo Arin, in esito ai quali sono lievitati i costi dell’opera di volta in volta interessata, con produzione dei corrispondenti ricavi in capo alle società coinvolte nei predetti passaggi. Il tutto a danno dei fondi statali di cui alla legge per la ricostruzione post-terremoto.

Diversamente, qualora l’Arin avesse provveduto agli affidamenti dei lavori senza la sistematica ed inutile intermediazione delle strutture societarie del gruppo (che hanno drenato risorse pubbliche ad ogni passaggio), gli stessi avrebbero avuto un costo finale nettamente inferiore.

La chiusura dell’indagine ha condotto alla contestazione nei confronti dell’amministratore unico, del direttore generale e di un dirigente (tutti pro tempore) dell’Arin, nonché dei tre membri del collegio sindacale pro tempore della società e di un dirigente pro tempore del Comune di Napoli. La Guardia di Finanza ha, inoltre, notificato agli stessi amministratore unico e direttore generale il provvedimento di sequestro conservativo – disposto dalla Corte dei Conti – di beni immobili, conti correnti e crediti agli stessi riconducibili, sino a concorrenza del danno erariale contestato.

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