Estorsioni e incendi a “Miseria e Nobilta’”: 5 arresti contro il clan Belforte

di Redazione

 MADDALONI. Cinque persone, ritenute esponenti del clan Belforte di Marcianise, sono state arrestate dai carabinieri della compagnia di Maddaloni e dai poliziotti della questura di Caserta, in un’operazione congiunta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Si tratta di: Rosa Farina, 25, Vincenzo Cafarelli, 60, Luca Aprea, 39 anni, Vittorio Lai, 36, Francesco Cirillo, 39. Tentata estorsione e incendio, aggravati dal metodo mafioso, i reati contestati agli indagati del clan di camorra, attivo a Marcianise e in alcuni territori confinanti, come Maddaloni, Capodrise, San Marco Evangelista.

Dalle indagini è emerso che Caffarelli decise di estorcere anche i suoi due fratelli, Giuseppe e Teresa (quest’ultima consigliere comunale di opposizione del gruppo “Maddaloni nel Cuore”). Teresa Cafarelli è titolare, insieme al marito Maurizio Verdicchio, delle rete di 35 negozi noti con il marchio “Miseria ed Nobiltà”. L’arrestato è anche fratello di Giuseppe, 50 anni, gestore dell’esercizio ubicato in via Cucciarella, a Maddaloni, incendiato nell’aprile scorso.

GLI ATTI INTIMIDATORI. Almeno sette gli atti intimidatori denunciati alle forze dell’ordine da Verdicchio e dai parenti, in particolare la moglie e i figli con cui gestisce la catena di negozi in franchising. Il 21 ottobre del 2009 dei colpi di pistola vengono esplosi verso la vetrina di uno dei suoi negozi, sito in via Serao, a Maddaloni. C’e’ poi un intervallo di due anni, seguito da un’escalation nel dicembre 2011, con due incendi che coinvolgono lo stesso negozio. Nell’aprile del 2012 viene data alla fiamme l’auto di Luigi Verdicchio, figlio di Maurizio, titolare della “M&N Import srl”, società che rifornisce della totalità di prodotti la rete in franchising “Miseria e nobiltà”. Si arriva al 2013: il 18 marzo è ancora la vettura di Luigi Verdicchio ad essere presa di mira; un uomo, identificato in Luigi Aprea, tra gli arrestati, viene visto mentre squarcia le ruote dell’auto; il 19 aprile viene prima incendiato un altro negozio, quello di via Cucciarella gestita da Giuseppe Cafarelli, mentre 24 ore dopo viene dato alle fiamme il furgone del proprietario del negozio “Miseria e Nobiltà” di Macerata Campania.

GUERRA ALLA SORELLA. Ci sarebbe “una vera e propria guerra commerciale” tra stretti congiunti alla base del tentativo di estorsione posto in essere da Vincenzo Cafarelli, 60 anni, ai danni della sorella Teresa. Secondo gli investigatori, l’uomo, soprannominato “’O Curnutiello”, sarebbe da anni vicino al clan Farina-Martino operante a Maddaloni, e avrebbe sempre svolto il ruolo di “collegamento” con il clan egemone dei Belforte di Marcianise, alleati del clan casalesi.

“Cafarelli Vincenzo – scrive il gip Dario Gallo – con il precipuo scopo di minare il monopolio commerciale costruito dalla sorella Teresa con la rete Miseria e Nobiltà e verosimilmente con il subdolo scopo di sostituirsi ad essa, già nel 2010 aveva fatto costituire dai figli Cafarelli Tommaso e Carmine la C&C srl con due punti vendita, uno in Somma Vesuviana, l’altro a Maddaloni. I prodotti commercializzati sono identici a quelli venduti da Miseria e Nobiltà”. La sua attività non andava bene, così Cafarelli avrebbe inviato a fini estorsivi nel novembre 2011 i suoi emissari, Vittorio Lai e Francesco Cirillo, tra i cinque arrestati, dal nipote Luigi Verdicchio – al quale furono richiesti 3000 euro – “per affermare il predominio del suo gruppo di appartenenza e danneggiare la rete ‘Miseria e Nobiltà’, concorrente dei figli del Cafarelli”. Una pressione costante quella esercitata da Vincenzo Cafarelli verso i parenti: l’uomo è anche riuscito ad imporre l’assunzione presso uno dei negozi della sorella del pregiudicato Michele Farina, fratello di Rosa, l’altra indagata.

Nel video a seguire le immagini dell’incendio appiccato ad negozio

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