Ragusa, bidello spara e uccide insegnante: “Ce l’aveva con il mondo”

di Antonio Taglialatela

 RAGUSA. E’ soprannominato “Il Poeta” l’ex bidello di 69 anni, Salvatore Lo Presti, che sabato mattina ha sparato alcuni colpi di pistola nella scuola elementare “Pappalardo” di Vittoria (Ragusa), uccidendo un’insegnante di religione, Giovanna Nobile, 53 anni.

Sposata e madre di due figli, la donna è stata raggiunta da cinque colpi all’addome. E’ morta un’ora dopo il ricovero in ospedale. L’omicida, prossimo alla pensione, ha esploso anche un sesto colpo che però è stato deviato per l’intervento di un collega della vittima, che ha alzato il braccio del bidello mentre stava per sparare, facendo conficcare il proiettile sul soffitto. In quel momento, all’interno della scuola, che fa parte di un istituto comprensivo, erano presenti docenti e ragazzi che, uditi gli spari, si sono precipitati all’esterno dell’edificio in preda al panico.

Secondo una prima ricostruzione della polizia, la donna si era recata a scuola per un incontro di fine anno scolastico. Aveva appena concluso di firmare alcune pratiche in segreteria e stava lasciando l’istituto quando Lo Presti l’ha avvicinata sulle scale, scaricandole contro i proiettili. Poi l’uomo è uscito dalla scuola ma è stato fermato, poco dopo, in strada dai poliziotti.

Sconosciute, al momento, le ragioni del folle gesto dell’uomo. Sembra che tra il 69enne e l’insegnante in passato ci siano stati alcuni contrasti, ma nulla di rilevante che lasciasse presagire ad una simile reazione.

Oltre alla sua passione per la poesia, il bidello era noto anche per l’irascibilità. Un suo ex collega racconta: “Ce l’aveva con tutti, non sopportava nulla, era infuriato con il mondo intero. Ma nessuno si aspettava che avrebbe fatto una cosa così terribile”.

Forse era arrabbiato per essere andato anticipatamente in pensione, come lascerebbero intendere le parole del dirigente scolastico Sebastiano Lima. “Era solito sproloquiare ma non aveva dato in precedenza motivi di preoccupazione. – racconta sconvolto il dirigente – Non so cosa sia scattato nella sua mente. Il primo caldo, la rabbia per dovere andare in pensione anticipatamente perché poteva ancora rimanere ancora in servizio”. “Ecco per questo motivo aveva un chiodo fisso, ma da qui a sparare ce ne vuole… Questa tragedia – conclude Lima – mi sconvolge, non ce la faccio proprio a sostenere il peso di questo dramma”.

“Ancora un femminicidio con un movente oscuro”, ha commentato il procuratore capo diRagusa, Carmelo Petralia. Il magistrato invita “tutti a una riflessione, locale e normativo, su un dato: ci sono troppe arme detenute legalmente senza una precisa ragione, occorre un loro censimento”. “Il fatto che avesse portato la pistola con sé – osserva il procuratore Petralia, titolare dell’inchiesta con il sostituto Federica Messina – esclude che sia stato un fatto accidentale. E per questo è stato arrestato per omicidio volontario aggravato. In giro ci sono troppe armi legalmente detenute e bisognerà aprire una riflessione e un loro censimento, sia a livello locale che normativo”.

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