Inchiesta trans: “In Regione Brenda cercò il presidente”

di Redazione

 ROMA. “In quel luglio mi ricordo che arrivarono su utenze riservate della Regione due telefonate. La prima di una persona che si qualificò come Giorgio il carabiniere, l’altra, pochi giorni dopo, di una persona che si presentò come Brenda il transessuale”.

È quanto raccontato oggi da Andrea Cocco, l’ex capo segreteria dell’allora presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, sentito come testimone nel processo a carico di alcuni carabinieri infedeli accusati di aver ordito, nell’estate del 2009, un ricatto al governatore del Lazio.

“Entrambi – ha spiegato Cocco davanti ai giudici della IX sezione penale – mi chiesero di poter parlare con Marrazzo ma io spiegai loro che non era possibile. Mi lasciarono dei numeri di cellulari. Io, come da prassi, ho avvertito il presidente delle telefonate”.

Il capo segreteria ha aggiunto che dopo la telefonata di Brenda aveva avvertito anche uno dei capo scorta di Marrazzo ma “quando il presidente ci disse di lasciar perdere non andammo oltre”. Nel corso dell’udienza è stato sentito come testimone anche Adolfo Luciani, l’allora responsabile del controllo strategico della Regione e uomo di fiducia di Marrazzo. A Luciani, che in una prima fase dell’inchiesta era finito nel registro degli indagati per false informazioni al pm e favoreggiamento ma poi archiviato su richiesta della Procura, Marrazzo affidò delega su un conto corrente per effettuare alcuni pagamenti di tipo personale, come gli alimenti alla prima moglie del governatore. “Ricordo che in quel periodo – ha spiegato rispondendo alle domande del pm Edoardo De Santis, effettuai due prelievi da 5 mila euro dal conto che diedi a Marrazzo”.

A Luciani era anche affidato un blocchetto di assegni, legato sempre al conto di Marrazzo. “Lo conservavo in ufficio ma il 12 luglio mi resi conto che non era piu’ nel cassetto. Non lo trovai piu’ e, allarmato, lo dissi a Marrazzo che mi invito a sporgere immediata denuncia alle forze dell’ordine. Di quel libretto ricordo solo che fu staccato un solo assegno che Piero utilizzò per pagare un meccanico che aveva effettuato delle riparazioni alla sua auto”.

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