Bologna, uccisa e messa in freezer

di Mena Grimaldi
 BOLOGNA. Ancora
un probabile caso di femminicidio, questa volta avvenuto a Bologna. Venerdì
sera una donna di 39 anni, Silvia
Caramazza
, è stata ritrovata in un congelatore nel suo appartamento di
Bologna.

La donna era stata vista viva l’ultima volta il 7 giugno scorso. Dopo
alcuni giorni, delle amiche e dei parenti, insospettiti del fatto che non
rispondesse più al telefono, ma solo ai messaggi, ne hanno denunciato la
scomparsa. Ad allarmare maggiormente i familiari erano stati i toni dei messaggi,
termini mai usati dalla ragazza.

Così gli agenti, dopo la denuncia, hanno
chiamato il compagno della donna. L’uomo aveva detto che si trovavano in
vacanza in Sicilia, ma che Silvia non poteva rispondere al telefono.

Non
credendo a quella versione, gli agenti inviarono una pattuglia all’indirizzo
fornito dall’uomo per verificare, ma della coppia non vi era traccia. Dopo le tante
incongruenze, il pm Maria Gabriella
Tavano
ha disposto che venisse sfondata la porta di casa.

Poco dopo, il
ritrovamento del cadavere. Il corpo era celato dentro un sacco nero
dell’immondizia di grandi dimensioni, in posizione fetale ma con i piedi verso
l’alto, dentro un congelatore a pozzetto. Nella stanza da letto schizzi di
sangue.

L’ipotesi degli inquirenti è che il delitto sia avvenuto dentro la
casa.Nel frattempo, dell’uomo si sono perse le tracce. Gli inquirenti
lo cercano.

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