Coppola: “Comuni in ritardo per il piano urbanistico comunale”

di Redazione

 GRICIGNANO. I Comuni della Provincia di Caserta che, entro il gennaio 2014, non avranno vigente il Piano urbanistico comunale, ai sensi della legge regionale della Campania numero 16/2004,…

… andranno incontro a problemi non di poco conto, ed, al momento, sottovalutati, non solo per il settore edilizio ma anche per la gestione amministrativa delle’Ente. Infatti, essendo stato pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania la delibera di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Caserta nel luglio del 2012, a partire dal gennaio 2014, per tali comuni privi di Puc, si applicheranno le disposizioni dell’articolo 9 del Testo unico dell’edilizia – Dpr numero 380/2001.

L’applicazione di detto articolo, che consente soltanto a) gli interventi previsti dalle lettere a), b), e c) del primo comma dell’articolo 3 che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse; b) fuori dal perimetro dei centri abitati, gli interventi di nuova edificazione nel limite della densità massima fondiaria di 0,03 metri cubi per metro quadro; in caso di interventi a destinazione produttiva, la superficie coperta non può comunque…”, determinerà, obbligatoriamente, una ulteriore riduzione dell’attività del già sofferente settore dell’edilizia (il che non è, poi, tanto male, vista la sopraproduzione e l’eccessivo consumo di suolo avvenuti negli ultimi 30 anni, particolarmente nell’agro aversano).

Quello che, però, i Comuni hanno sottovalutato, è la complessità degli atti tecnici e delle procedure necessarie per arrivare alla vigenza del Puc, nonché gli effetti, sulla vita amministrativa dell’Ente comunale, dell’applicazione della norma sopra riportata.Quanto alla complessità degli atti tecnici ed amministrativi per giungere all’approvazione del Puc, essa va dal reperimento della cartografia – rinvenibile presso la regione Campania – alla individuazione dei redattori degli atti tecnici (geologo, agronomo, architetto/ingegnere) possibilmente a mezzo di scelta con evidenza pubblica, alla redazione del documento programmatico, del rapporto ambientale, del progetto urbanistico del piano.

In ordine al dimensionamento, poi, i Comuni dovranno rispettare i riferimenti che, quale parametro massimo, ha indicato la Provincia di Caserta sia nel piano provinciale che nelle riunioni avute con gli Enti; detto dimensionamento dovrà tenere conto di quanto realizzato dal 2001 a vario titolo (attuazione dei piani vigenti, Piano casa, abusi ), sottraendolo a quanto realizzabile, al massimo, al 2018- termine temporale di riferimento del Ptcp.

Per la tempistica, attesa le procedure ed i tempi previsti dalla legge per la pubblicità e la partecipazione dei cittadini alle varie fasi del Piano, essa non sarà inferiore a 12 – 15 mesi dal momento del conferimento dell’incarico; se a tali tempi di predisposizione del progetto si aggiungono quelli necessari agli enti preposti alle varie fasi di approvazione degli atti (Genio civile, autorità di bacino, amministrazione provinciale e, dove necessario, anche soprintendenze ed ente parco), è chiaro che prima di qualche anno i Comuni non saranno dotati del Piano.

Quanto agli effetti che saranno determinati, per i Comuni non dotati di Puc alla data del gennaio 2014, vi saranno quelli relativi al ridimensionamento dell’imposta Imu, tenuto conto che il declassamento dell’utilizzabilità delle aree ai fini della edificabilità, porterà ad una riduzione del gettito, a partire dal 2014 e fino alla data di adozione del nuovo Puc. Peccato, perché l’occasione, pur senza volere aggiungere enfasi, è storica! Quando, infatti, capiterà più che 97 Comuni della provincia di Caserta (7 sono già dotati di Puc) programmeranno contemporaneamente l’uso del proprio territorio?

Gli amministratori comunali dei Comuni della Provincia di Caserta hanno ancora pochi mesi per provvedere, sempre che non vogliano, per scelta politica, fermare ogni modalità di nuova edificazione non approvando i nuovi Piani Urbanistici Comunali, con gli effetti anche sul gettito tributario, come sopra si è detto. Nel frattempo, è da augurasi che gli Enti preposti alle varie fasi di approvazione dei Puc (amministrazione provinciale, Genio civile, autorità di bacino, soprintendenze, ente parco) si attrezzino in previsione dell’arrivo, in pochi mesi, di 97 strumenti urbanistici da approvare.

Ma l’obbligo di redazione del Puc, oltretutto, potrebbe rappresentare, altresì, un’occasione importante per risolvere il drammatico problema degli abusi edilizi, oramai a migliaia nell’ Agro Aversano, sempre che il legislatore regionale o statale lo voglia. Infatti, un semplice, breve articolo di legge regionale o statale basterebbe a risolvere, almeno, gli abusi di “necessità”, comunque, in aree non a rischio idrogeologico o sottoposto a vincolo paesaggistico o ambientale. Evidentemente, i titolari della legislazione preferiscono lucrare elettoralmente sulla speranza dei cittadini “abusivi”, più che affrontare realmente il problema, lasciando la patata bollente alla magistratura.

Alberto Coppola

Docente di legislazione urbanistica

Facoltà di Architettura

Università degli Studi Federico II – Napoli

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