Brasile, Rousseff: “Sì a riforme, ma basta violenze”

di Redazione

 RIO. La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, si è impegnata a migliorare i servizi pubblici e a combattere la corruzione, i temi al centro delle violente proteste degli ultimi giorni, che hanno provocato la morte di due persone.

Ma ha avvertito che le violenze non saranno tollerate. In un discorso tv trasmesso a reti unificate, la Rousseff ha ammesso gli errori del governo e ha lanciato una sorta di “ampio patto” in vista dei Mondiali del 2014, riforme in cambio di stabilità. “Ci sono tante cose che possiamo fare molto meglio in Brasile” e “la gente ha il diritto di criticare”, ha premesso.

In particolare la Rousseff si è impegnata a concordare “con i governatori degli Stati e i sindaci un grande patto per migliorare i servizi pubblici” e a rendere “più trasparente” il sistema politico di una nazione “segnata da grandi diseguaglianze” sociali.

Sui servizi pubblici ha annunciato che saranno intraprese “presto” tre misure: il 6% delle risorse petrolifere sarà destinato all’istruzione, medici saranno reclutati all’estero per coprire le carenze di organici e sarà varato un piano nazionale per la mobilità. La disponibilità alle riforme è accompagnata però dalla linea dura contro saccheggi e atti di vandalismo.

La Rousseff, esponente del partito dei Lavoratori, ha premesso che “i violenti sono una piccola minoranza, la voce della protesta della strada è pacifica”. Poi, però, ha avvertito che “il governo non può stare a guardare se la gente attacca le proprietà pubbliche e porta il caos nelle nostre strade”. “Sono la presidente di tutti i brasiliani e ho l’obbligo di dialogare con tutti ma nell’ambito della legge e dell’ordine”.

Una linea dura che a maggior ragione si imporrà per i mondiali di calcio del 2014, per i quali la Confederations Cup (vai allo speciale) costellata dalle proteste di piazza è stata un importante test. “Organizzeremo un grande mondiale, ne sono sicura”, ha promesso la Rousseff, “dobbiamo trattare con riguardo i nostri ospiti come noi siamo sempre siamo stati trattati bene noi in tutte le edizioni”. A chi ha denunciato sprechi, la presidente ha risposto assicurando che “il denaro per la costruzione degli stadi” per i mondiali e per le Olimpiadi del 2016 non ha sottratto risorse all’istruzione o alla sanità”. Sottolineando che “il calcio e lo sport sono simboli di pace e di coesistenza pacifica”.

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