Monopolio gas, cadono accuse contro Mauriello Petroli

di Redazione

 PIETRAMELARA. Era il 30 gennaio scorso quando i carabinieri di Capua, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque indagati per presunto “monopolio del gas”.

Tra questi gli amministratori della “Mauriello Petroli Group,” Giovanni Mauriello e il dottor Leopoldo Mauriello. La “Mauriello Petroli Group”, gruppo imprenditoriale che opera da decenni in diversi comuni dell’Alto Casertano nell’ambito della commercializzazione di prodotti petroliferi, veniva accusato, da titolari di altre aziende concorrenti, di imporre la vendita dei propri prodotti sul territorio creando una sorta di monopolio del settore.

“Nulla di più falso. – si legge in una nota diramata dai legali del gruppo – Approfondite le indagini si è visto come la società dei Mauriello sia stata vittima di un vero e proprio complotto della concorrenza”. Nel corso delle indagini difensive sono state rese dichiarazioni ritenute dagli inquirenti non attendibili, smentendo di fatto tutte le vessazioni lamentate dai venditori al dettaglio di gpl della zona. Questo quanto accertato dal sostituto procuratore Antonello Ardituro, titolare dell’inchiesta, e convalidato dal gip Andrea Rovida del Tribunale di Napoli, su richiesta del collegio difensivo composto dagli avvocati Gennaro Lepre, Ingnazio Maiorano, Angelo Raucci e Ambrogio Vallo.

All’esito delle indagini il gip scrive nell’ordinanza di revoca della misura cautelare: “Sono emersi elementi concreti che portano a dubitare della completa ed assoluta attendibilità delle perone offese”. Il 3 giugno il Tribunale di Napoli ha dunque dato parere favorevole all’istanza di immediata revoca della misura cautelare per sopravvenuta carenza degli indizi di responsabilità. Tutti liberi, amministratori e dipendenti. Cadute come un castello di sabbia, una ad una, tutte le pesanti accuse che arrivavano anche a prospettare la tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Dall’audizione dei testimoni e delle parti, è difatti emerso un quadro ben diverso da quello prospettato nelle indagini condotte dai carabinieri di Capua; tale da portare i magistrati a disporre l’immediata revoca della misura cautelare per tutti gli indagati.

Molti degli accusatori, già denunciati dai difensori degli indagati per calunnia e false dichiarazioni rese a pubblico ufficiale, interrogati dai giudici, hanno reso versioni contrastanti e, a quanto pare, pesantemente viziate dalla volontà di “distruggere commercialmente” la società dei giovani fratelli Mauriello, di cui Giovanni, laureando in giurisprudenza, a pochi esami dalla laurea, e Leopoldo, laureato a pieni voti in scienze del turismo.

“Abbiamo sempre confidato nella giustizia, – afferma Giovanni Mauriello – ora non resta che fare chiarezza su questa vicenda. Tutti gli accusatori – continua– che, in maniera calunniosa ed interessata, hanno tentato di infangare il nome della nostra società e della nostra famiglia sono stati regolarmente denunciati”. “La nostra società – precisa Leopoldo Mauriello – opera da quasi vent’ anni nel settore della commercializzazioni dei prodotti petroliferi, non abbiamo mai avuto una denuncia, mai nessun problema, siamo persone perbene e onesti imprenditori”.

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