Armi e droga, arrestate 18 persone tra Napoli e Salerno

di Redazione

 SALERNO. Diciotto misure cautelari sono state eseguite lunedì mattina dai carabinieri del Ros e del comando provinciale diSalernotra le province di Napoli eSalerno.

I provvedimenti, emessi dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea,sono stati eseguiti nell’hinterland vesuviano e nel Salernitano e hanno riguardato 18 persone accusate di spaccio di stupefacenti (cocaina e hashish) e la vendita di armi e munizioni.

Nell’operazione sono stati impegnati 120 carabinieri e unità cinofile. Le 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite stamani dai carabinieri del Ros e dai colleghi del comando provinciale diSalernohanno consentito di smantellare una vera e propria centrale del malaffare a cavallo delle province di Napoli eSalernonel territorio vesuviano.

Droga, armi comuni e da guerra, usura e ricettazione: sono i reati a vario titolo contestati agli indagati che ruotavano, secondo il gip del Tribunale di Napoli che ha emesso le ordinanze su richiesta della Dda del capoluogo campano, intorno alla figura di un ex carrozziere di Pompei (Salerno), Ferdinando Cirillo. L’uomo, finito in carcere oltre a fornire armi e munizionamenti alle bande dedite agli assalti ai furgoni portavalori, avrebbe allacciato anche rapporti molto stretti con Giovanni Antonio Vangone, ritenuto elemento apicale del clan Gallo-Limelli-Vangone, operante nell’hinterland vesuviano.

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Secondo gli inquirenti, Cirillo oltre a fornire le armi, acquistava droga dal clan e successivamente provvedeva a farla smerciare nella zona. Le indagini, avviate dai militari del Ros nel 2011, nell’ambito delle ricerche del latitante Francesco Matrone, arrestato dai carabinieri il 17 agosto scorso ad Acerno (Salerno), hanno consentito di scoprire l’attività illecita dell’ex carrozziere, attualmente commerciante di legname che, secondo l’accusa era dedito al prestito di denaro ad alcuni ristoratori di Pompei e del Vesuviano con tassi usurari mensili intorno al 10 per cento.

”Cirillo – ha spiegato nel corso della conferenza stampa il vicecomandante dei carabinieri del Ros, colonnello Pasquale Angelosanto – è accusato anche di aver imposto a pizzerie e ristoranti la fornitura di legna da ardere”. Nel corso delle indagini i militari hanno scoperto che Cirillo avrebbe anche fornito ad una banda specializzata negli assalti ai furgoni portavalori un fucile d’assalto AK 47 Kalashnikov ed una pistola con relativo munizionamento.

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