Tribunale, la città si interroga: come accoglierlo?

di Livia Fattore

Castello AragoneseAVERSA. Il giorno dopo la notizia della allocazione del tribunale di Napoli Nord ad Aversa la città si interroga su come prepararsi, quali infrastrutture allestire per rendere agevole, e non una sorta di fortino assediato, il Castello Aragonese.

Non a caso il primo ad essere ascoltato è un urbanista, l’architetto e avvocato Alberto Coppola, docente presso la facoltà di architettura della Federico II, che ha evidenziato come “gli utenti aversano saranno un 5, massimo 10 per cento. Da qui la necessità di individuare nel raggio di 200 massimo 300 metri le aree di parcheggio per le migliaiai di persone che giungeranno in città ogni giorno e, in verità, non ne vedo. Per cui, penso, nell’immediato, a parcheggi multipiano su qualche area privata. Nel cuore della città non potranno trovare posto le vetture perchè il centro storico ha caratteristiche che non lo permettono.

Per quanto riguarda il personale addetto, credo debba esserci un parcheggio interno che escluda da quelli esterni non meno di cinquecento posti auto”. Più possibilista l’assessore all’urbanistica della giunta Sagliocco, Ninì Migliaccio, che fa un paragone affermando: “Dopo una notizia così bella bisogna essere ottimisti. L’unica necessità è rappresentata dai parcheggi che a Napoli, ad esempio, sono abbastanza distanti dal tribunale, per cui, in un certo cerchio lestrutture necessarie ci sono tutte”.

Discorso più articolato quello dell’ex assessore comunista Luca De Rosa che, dopo aver rivendicato all’allora ministro della giustizia Oliviero Diliberto la scelta del Castello quale sede della Scuola di Polizia Penitenziaria, richiede prudenza nei festeggiamenti in attesa di atti concreti che non siano il semplice annunzio da parte del ministro Cancellieri. Una scelta che, tra l’altro, lo stesso De Rosa definisce razionale, tenuto conto anche del lato economico, per poi concludere: “Visto che oggi si sollecita l’intera città a sostenere il tribunale ad Aversa e affinché non sia questo un annuncio solo strumentale, occorre che una proposta complessiva, ragionevole e percorribile di ridisegno della città vada organicamente avanzata. Il Puc è lo strumento con cui questo disegno può e deve essere messo in campo. Sarebbe gradito, infatti, che finalmente gli aversani abbiano la possibilità di scegliere e costruire il proprio futuro e che questo non gli caschi addosso passivamente così come nel passato è già accaduto con le due facoltà universitarie. Si correrebbe il rischio di dover attendere altri venti anni affinché la città faccia la pace con queste altre novità cascate dal cielo. Sarebbe meglio fare delle scelte tutti insieme e darci tutti insieme una comune ed organica prospettiva di lavoro”.

“Una struttura giudiziaria di enormi dimensioni come questa, un tribunale tra i primi in Italia richiede un attrezzarsi con strutture, infrastrutture e sovrastrutture. Per la prima volta non è Napoli ad assorbire Caserta e non viceversa. La zona che ospita la sede – ha dichiarato l’artefice primo della scelta di Aversa, Pasquale Giuliano del Pdl – diverrà un centro nevralgico che dovrà attrezzarsi alla bisogna . La città deve dimostrare maturità e voglia di divenire protagonista del proprio sviluppo”.

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