Tribunale, De Rosa: “Attendere atti ufficiali prima delle autocelebrazioni”

di Redazione

 AVERSA. Sulla notizia del tribunale ad Aversa nel Castello Aragonese. Primo punto: prudenza richiederebbe attendere atti più ufficiali di una dichiarazione di un Ministro ad un Plenum prima di avviare una battente campagna di (auto)celebrazioni.

Già è capitato in passato che annunci e rivendicazioni di primogeniture si scontrassero poi con una ben diversa realtà. Secondo punto: la scelta pare razionale dal punto di vista del Ministero della Giustizia: utilizza un’area già di sua proprietà, adeguata ad ospitare un tribunale per le sue dimensioni, le strutture esistenti, la ottima collocazione territoriale, con una prospettiva ravvicinata di svuotamento di buona parte della strutture stesse sull’area perché attualmente per la maggior parte in uso all’Opg che è a sua volta in fase di chiusura definitiva con tutti gli altri Opg di’Italia(sarebbe già dovuto essere dismesso a marzo di quest’anno, ma vi è stata una proroga).

La parte poi del Castello Aragonese è stata oggetto di una recente e straordinaria ristrutturazione con ingenti fondi del Ministero della Giustizia e quindi immediatamente riutilizzabile con bassi investimenti anche per funzioni diverse da quella attuale di scuola di polizia penitenziaria.

A proposito di prudenza e rispetto della verità, i fondi decisivi per la ristrutturazione finale della scuola di polizia penitenziaria (qualche decina di miliardi delle vecchie lire) furono stanziati dal Ministro della Giustizia pro tempore Oliviero Diliberto, in risposta alle indicazioni esplicite che gli venivano dal territorio dalla sua stessa formazione politica. Si possono avere antipatie e avversità per Ministri e formazioni politiche ed esternarle con forza ed incisività, così come tacerle.

Quello che non si può fare è mentire attribuendosi azioni compiute da altri. Terzo punto, quello centrale: i protagonisti della vicenda amministrativa e politica dei recenti anni di Aversa avevano indicato ed immaginato un’altra collocazione per il tribunale ad Aversa, il plesso di San Domenico. Oggi tutti plaudono alla nuova scelta del Ministero facendola improvvisamente propria e dimenticano di dire che fine faranno gli investimenti già effettuati su quel plesso che pure sono qualche milionata di euro.

Inoltre, per anni gli stessi protagonisti, sollecitati ad una necessaria azione di recupero/riconversione delle due grandi aree ex manicomiali, la Maddalena e appunto l’Opg, hanno sempre taciuto. Eppure proposte in campo ve ne erano, dal campus universitario, al grande parco pubblico collegato al Parco Pozzi, ma mai una proposta vera è stata avanzata dalle varie maggioranze di centrodestra. Anzi, quando con Urban e Più Europa erano disponibili fondi per il recupero urbano, si è sempre esplicitamente escluso queste due aree da qualsiasi pianificazione di recupero urbano e funzionale.

Visto che oggi si sollecita l’intera città a sostenere il tribunale ad Aversa e affinché non sia questo un annuncio solo strumentale, occorre che una proposta complessiva, ragionevole e percorribile di ridisegno della città vada organicamente avanzato.

Il Puc è lo strumento con cui questo disegno può e deve essere messo in campo. Sarebbe gradito, infatti, che finalmente gli aversani abbiano la possibilità di scegliere e costruire il proprio futuro e che questo non gli caschi addosso passivamente così come nel passato è già accaduto con le due facoltà universitarie.

Si correrebbe il rischio di dover attendere altri 20 anni affinché la città faccia la pace con queste altre novità cascate dal cielo. Sarebbe meglio fare delle scelte tutti insieme e darci tutti insieme una comune ed organica prospettiva di lavoro.

Luca de Rosa

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