Capone: “Chi ama il proprio paese non lo inganna”

di Redazione

Francesco CaponeSANT’ARPINO. Una piazza Umberto I stracolma dell’entusiasmo di tantissimi cittadini ha fatto da degna cornice domenica mattina al comizio del movimento Sant’Arpino “Libera@Democratica” che è tornato a confrontarsi con i santarpinesi.

E sul palco, insieme al candidato sindaco Francesco Capone, sono saliti tre esponenti di punta della coalizione civica: Luigi Capasso, Adele D’Angelo e Caterina Tizzano. Tutti gli oratori hanno da un lato puntato l’indice contro l’inefficienza della giunta uscente e dall’altro hanno indicato quali saranno le priorità programmatiche una volta al governo della comunità.

Ed è stato proprio il leader di Sant’Arpino Libera@Democratica a sottolineare come “i cittadini santarpinesi vogliono risposte ai problemi reali: lavoro, servizi, dignità, giustizia. E quelle le possiamo dare soli noi di Sant’Arpino Libera@Democratica che non trattiamo i cittadini da plebei, ma come persone a cui dedicarci anima e corpo con un progetto che in pochi anni rivoluzionerà la nostra comunità. Il programma dei nostri avversari è un offensivo e miserabile ‘Tu mi voti ed io pago”! Uno così non ama il suo Paese, lo sta solo ingannando e usando!’”.

Capone rivolgendosi all’assessore uscente, Salvatore Brasiello, lo ha definito “un ignorante in senso tecnico. Domenica scorsa in poco più di 30 minuti, è stato capace di dire una dopo l’altra alcune balle stratosferiche. Partiamo proprio dal concorso a dirigente, doveil Brasiello è andato in corto circuito, raccontandoci di una conversione sulla via di Damasco, accettando la tesi della inutilità del posto per un Comune come Sant’Arpino e della più opportuna e consona utilizzazione del costo di quasi 100mila euro annui per altre più corrette iniziative a favore del personale. Cioè, Brasiello riconosceva come giusta la battaglia delle opposizioni, che aveva giudicata ferocemente e diversamente fino al punto di scrivere che le motivazioni contro il concorso a quel posto di dirigente erano pretestuose ed infondate. Ha continuato, poi, con la restituzione dei quattro anni della tassa sui rifiuti ingiustamente pagata, in quanto decaduta: assessore, decaduta, non prescritta. Ha perfino tentato di ridicolarizzarci affermando che la promessa di restituire la Tarsu è una favola, senza accorgersi che di ridicolo c’era solo lui e la sua crassa ignoranza. E non è un’offesa, ma solo una constatazione in base ad atti e norme. Caro Salvatore, non è una favola e neanche un’operazione elettorale. Si tratta di fare un atto di giustizia nei confrontidei cittadini ai quali avete preso, ed uso un eufemismo, soldi dalla tasca non dovuti. Non ci inventiamo nulla, cerchiamo solo di applicare la legge giustamente e specialmente nei confronti del cittadino indifeso, ed in particolare il comma 1, dell’articolo 72 del Decreto legislativo numero 507 del 1993, tuttora in vigore”.

E, concludendo, rivolgendosi ai propri avversari, Capone ha ricordato che “chi ama il proprio paese non lo inganna, non lo imbroglia, dice ai sui cittadini la verità: sulle tasse non pagate; sul rinvio a giudizio per i reati di voto di scambio; sulla situazione fallimentare delle casse comunali; sulle promesse impossibili; sulla continua violazione delle leggi che chi governa un paese dovrebbe rispettare e dare il buon esempio”.

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