Sarro, Capacchione e Picierno per salvare il tribunale

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Alle prime luci del giorno 7 marzo la deflagrazione di una bomba in pieno centro città ha costretto i cittadini sammaritani ad aprire gli occhi sulla recrudescenza criminale che la crisi economica ed il rimpasto delle gerarchie criminali sul territorio ha soltanto reso più evidente, ma la cui escalation era da tempo preventivabile.

Sabato18 maggio, gli stessi cittadini, durante il corso del consiglio comunale aperto, tenutosi al Teatro Garibaldi, hanno sollevato problemi e preteso soluzioni che possano soddisfare il bisogno di sicurezza ed il diritto alla tutela dell’ordine pubblico.

Pubblico consesso aperto dalla dichiarazioni del sindaco Di Muro che, pur ringraziando le forze dell’ordine per il costante impegno profuso, ha invocato unità d’intenti per porre fine ad “uno stato d’insicurezza generalizzata”, determinata dai quotidiani episodi criminosi.

La salvaguardia del Tribunale Penale di Santa Maria,per cui gli avvocati rappresentati dal presidente Diana si stanno battendo, è stato il tema egemonico della discussione. La presenza di tre parlamentari eletti nella provincia, i deputati Carlo Sarro, e Pina Picierno, e la senatrice Rosaria Capacchione (tutti facenti parte della Commissioni Giustizia) ha rassicurato gli astanti affinché il decreto legislativo 155-156, relativo alla riorganizzazione territoriale delle sedi di giustizia, possa subire una modifica attuativa per la fattispecie sammaritana.

 Mentre Sarro, vicepresidente della commissione giustizia alla Camera, ha annunciato l’imminente incontro di lunedì con il Ministro della giustizia Cancellieri per affrontare la questione, Rosaria Capacchione ha evidenziato l’incongruenza del provvedimento governativo per ciò che concerne il “caso Santa Maria”. “In primo luogo – ha esordito la senatrice – l’errore di fondo presente nella fase applicativa del decreto è stato quello di considerare questo tribunale alla stregua di quelli sub provinciali. Inoltre, è stato prospettata la possibilità di costituire una sede giudiziaria ex novo solo in ragione del numero di abitanti e di reati commessi, senza tener conto della trasversalità geografica dei clan che operano nel casertano da Aversa a Castel Volturno. Se per il tribunale ci sono maggiori garanzie, non così per le altre istanze di sicurezza”.

“Legalità” è un termine diffuso, ma a volte abusato fino a perdere concretezza. La stessa Capacchione, grande conoscitrice della realtà locale, ha sviscerato un altro aspetto del concetto di liceità: “Sono anni che si assiste ad una diffusione, ad uno spostamento del baricentro economico e sociale della criminalità dalle consuete sedi. Il mezzo di trasmissione più facile dei disvalori tipici dell’illegalità e della prepotenza camorristica è il denaro. Se è diventata consuetudine vedere un minorenne frequentare locali alla moda fino a tarda notte ed ostentare il possesso di un fascio di banconote, credo che dovremmo farci qualche domanda. Dovremmo chiederci la provenienza del denaro e gli effetti che questo ha sulla società moderna. Il principio dell’apparire, del possedere a tutti i costi, di sopraffare chiunque, ha trasformato la mentalità ed i costumi dell’attuale generazione”.

Un problema accentuato dalle difficoltà economiche che rendono più diffusa e tangibile la microcriminalità. Le associazioni di commercianti come Borgo Vetere e la Confesercenti, provate dalla crisi di settore esacerbata dalla mancanza di attrattiva per gli investimenti economici in città, hanno formulate varie proposte.

Misure più rigide nei confronti dell’”accattonaggio”, incentivi per l’installazione di un sistema di videosorveglianza, poliziotti di quartiere, rafforzamento dell’associazionismo antiracket. Problemi concreti che necessitano di interventi immediati, a fronte di un governo locale che non sempre si è dimostrato ricettivo e sollecito nell’affrontare tali istanze.

“Un progetto comune per la città che l’amministrazione deve varare in tempi brevi”, è stato quindi invocato dal capo dell’opposizione consiliare Simoncelli, parlando della necessità di creare delle iniziative politiche che possano riqualificare ampie zone comuni che ora versano in stato di abbandono.

La richiesta di “sinergie extraistituzionali” è stata la replica del consigliere Stellato alle critiche sull’operato del governo cittadino. Santa Maria è una città di servizi che paga la crisi generale a livello nazionale accentuata dal difficile contesto geografico.

“La risposta amministrativa al bisogno di sicurezza potrà essere solo un pezzo – ha proseguito l’avvocato – di un cambiamento generale che non può prescindere dall’intervento delle istituzioni nazionali e dalla collaborazione con la parte sana della società”.

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